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Conto alla rovescia per il nuovo Concetto strategico della Nato

Di Andrea Gilli e Lucrezia Scaglioli

Gli adattamenti storici della Nato sono stati scanditi dalle pubblicazioni dei suoi documenti di guida strategica, chiamati “strategic concept”, per rispondere alle sfide e incertezze che l’Alleanza dovrà affrontare. Il prossimo sarà diffuso al Summit di Madrid. Ne parlano su Airpress Andrea Gilli, senior researcher Nato defence college, e Lucrezia Scaglioli, research assistant al Nato defence college

L’Alleanza Transatlantica è una delle organizzazioni fondanti dell’attuale sistema internazionale, su cui poggiano le basi della Difesa e sicurezza dei Paesi dell’area euro-atlantica. Dal momento della sua fondazione fino a oggi la Nato si è rinnovata, adottando una grand strategy basata sull’ampliamento geografico, politico e funzionale. L’Alleanza ha, infatti, incrementato il numero di Paesi alleati, allargato la sua rete di partnership e potenziato le sue attività, introducendo nuovi core task.

Dal 2010, data dell’ultima pubblicazione del Concetto strategico, a oggi, lo scenario internazionale è notevolmente mutato: dal ritorno al confronto tra potenze, alla transizione del focus internazionale dall’area euro-atlantica verso l’indo-pacifico. Questi cambiamenti richiedono una revisione della direzione strategica e la recente guerra in Ucraina è l’ultima e più evidente esemplificazione di tale necessità. L’invasione russa dell’Ucraina, infatti, rappresenta una minaccia imminente per la Nato: una campagna d’attrito senza precedenti su suolo europeo dal termine della Seconda guerra mondiale, che coinvolge direttamente un Paese partner Nato e minaccia la stabilità e sicurezza del continente europeo.

L’insicurezza creatasi ha reso possibile le dichiarazioni di intento di adesione alla Nato da parte di Finlandia e Svezia, ampliando così l’Alleanza e il suo fronte di difesa e deterrenza alla regione baltica. Il ruolo della Nato e la sua supremazia militare e strategica sono stati, inoltre, minati e indeboliti negli ultimi decenni in particolare da quelli che potremmo identificare e definire come tre macro-fenomeni, rilevanti per il loro impatto a lungo termine: l’aumento dell’aggressività politica internazionale della Cina, l’accelerazione esponenziale dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti climatici, inclusa la transizione energetica.

Le dinamiche di queste tre variabili sono state, poi, ulteriormente amplificate e aggravate dall’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio 2022, culmine di una serie di tentativi russi, iniziati già negli anni 2000, di minare la sicurezza europea. Per comprendere l’urgenza di un nuovo Concetto strategico è opportuno, dunque, analizzare e capire queste minacce.

In primo luogo, l’assertività della Cina è andata via via crescendo negli ultimi quattro decenni sia in campo economico, sia militare e tecnologico. L’economia cinese è, infatti, oggi superiore di circa il 20% rispetto a quella americana e il Paese può vantare il primato di potenza commerciale mondiale. La potenza militare cinese si è, inoltre, notevolmente rafforzata grazie a un aumento del budget di Difesa, divenendo la più grande potenza marittima al mondo in termini quantitativi, con circa 355 tra navi e sottomarini, quadruplicando l’arsenale nucleare per arrivare al 2030 con circa mille testate nucleari, e diventando esportatrice mondiale d’armi.

Ugualmente importante per comprendere il bisogno di un nuovo Concetto strategico è la portata rivoluzionaria del progresso tecnologico. Se da un lato la diminuzione dei costi di produzione dei chip, ad esempio, ha permesso una sorta di democratizzazione tecnologica, accelerando così la digitalizzazione delle nostre vite; dall’altro, questo processo ha comportato una ristrutturazione delle gerarchie industriali, aumentando differenziazioni sociali e intensità della competizione strategica.

Quest’ultimo aspetto espone i sistemi digitali e cibernetici militari degli alleati a possibili vulnerabilità, quali attacchi cyber, fakevideo o problemi di interoperabilità durante esercitazioni o missioni. Infine i cambiamenti climatici e l’urgenza di una transizione energetica rappresentano sfide completamente nuove per i Paesi Nato. Le conseguenze di un aumento delle temperature globali, come lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare in alcune zone del mondo e l’aumento della siccità in altre, minano direttamente e indirettamente la sicurezza dell’Alleanza, impattando su infrastrutture, esercitazioni e operazioni militari, richiedendo misure di resilienza climatica o accentuando preesistenti fenomeni, come migrazioni di massa e competizioni per materie prime.

La complessità dello scenario internazionale odierno solleva domande importanti riguardo il prossimo Concetto strategico. Dalla Guerra fredda a oggi, la Nato ha garantito la sicurezza dei suoi alleati attraverso tre strumenti definiti core task: collective defense, ovvero deterrenza e difesa; crisis management, quindi la capacità di gestione dei conflitti; e cooperative security, ossia la ramificazione di partnership e relazioni politico-militari con Paesi terzi per affrontare minacce comuni. Storicamente ognuno di questi strumenti è stato introdotto con un diverso Concetto strategico, resta pertanto da vedere come il prossimo documento risponderà alle attuali sfide, se modificando o aggiungendo un nuovo core task.

L’attuale guerra in Ucraina, assieme alla pandemia Covid-19, i cambiamenti climatici, l’ascesa cinese e l’accelerazione tecnologica impone, infatti, sfide numerose e multidimensionali a questi core task. Per esempio si consideri la crisi ucraina che se da una parte richiede un rafforzamento della postura di deterrenza e difesa (collective defense), dall’altra, per via dell’aumento dei prezzi di materie prime ed energia, destabilizza i Paesi in via di sviluppo chiamando così non solo la Nato a intervenire con gli altri strumenti (crisis management e cooperative security) ma anche a interrogarsi su un’eventuale prioritizzazione tra di essi.

* Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono le posizioni della Nato o del Nato defense college.

 

(Foto: un Eurofighter Typhoon, due F-35 inglesi e due Gripen cechi volano sopra i paesi baltici nell’esercitazione congiunta del maggio 2022. Dal profilo Flickr della Nato)

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