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Brasile, l’inizio della corsa elettorale e il potere della tv

Tra accuse e insulti si è svolto il primo dibattito televisivo della campagna elettorale brasiliana, con Lula da Silva e Bolsonaro come protagonisti. La tv è l’unica forma in cui i candidati fanno arrivare i loro messaggi a tutti gli elettori, date le dimensioni continentali del Brasile. Promesse e slogan

Non solo in Italia la campagna elettorale accende il dibattito pubblico. Ieri si è tenuto il primo dibattito televisivo in Brasile tra i due principali candidati alla presidenza, l’attuale presidente Jair Bolsonaro e l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva.

Un confronto duro, pieno di accuse e insulti, che mette in evidenza il clima infuocato della campagna elettorale brasiliana. Nel corso dell’attesissimo primo faccia a faccia tra i due rivali politici del Paese sudamericano svoltosi a San Paolo, hanno partecipato anche altri due candidati, ma sempre in secondo piano.

Pochi contenuti e tante offese. Bolsonaro ha attaccato Lula Da Silva definendo il governo guidato dal Partito dei lavoratori “il più corrotto della storia del Brasile. Vuole tornare a governare per fare cosa? Per continuare a fare quello che ha fatto con la Petrobras?”.

Lula, che non ha risposto direttamente alle accuse – perché in realtà ha dovuto affrontare diverse cause -, ha rilanciato sottolineando le misure che avrebbe messo in atto per combattere la corruzione. Ha anche detto che ha creato 20 milioni di posti di lavoro, sottolineando di avere lasciato “un popolo in salute […] Un Paese che l’attuale presidente sta distruggendo perché ama fare lo spaccone”.

Da parte sua, Bolsonaro ha ricordato i sussidi che il governo concede alle persone più bisognose, mentre Lula ha denunciato l’aumento della fame in Brasile. L’attuale presidente brasiliano ha usato lo spazio concesso per promettere che, in caso di vittoria il prossimo 2 ottobre, manterrà questi aiuti economici, e creerà più posti di lavoro e farà scendere i prezzi della benzina, sempre grazie al sostegno di un piano dell’esecutivo. Durante lo spot elettorale, il leader della destra brasiliana è stato definito come “un uomo semplice, onesto, diretto, che parla di quanto pensa e sente”.

Lula invece ha preferito usare il tempo a disposizione per denunciare il fatto che “milioni di fratelli e sorelle brasiliane non hanno da mangiare. Come un Paese così ricco è retrocesso tanto? Come può non importarle ad un leader la sofferenza di tanta gente?”.

Come ricorda il quotidiano Pagina 12, la televisione ha sempre avuto un ruolo fondamentale nelle elezioni brasiliane, dagli anni ’80 e il ritorno alla democrazia perché “è l’unica forma in cui i candidati fanno arrivare i loro messaggi a tutti gli elettori, senza sarebbe impossibile date le dimensioni continentali del Brasile”.

Mentre l’attenzione era su Lula e Bolsonaro, è scoppiata una lite tra l’alleato di Lula, André Janones e l’ex ministro dell’Ambiente di Bolsonaro, Ricardo Salles, che per poco non è finita in un’aggressione fisica.

L’appuntamento per il voto è il 2 ottobre. Se nessuno dei candidati avrà ottenuto più del 50% dei voti, si andrà al ballottaggio il 30 ottobre. Dagli ultimi sondaggi ripresi dall’emittente Bbc, Lula è in chiaro vantaggio su Bolsonaro, ma con un margine che si sta velocemente riducendo (47% su 32%). Il terzo posto è attribuito all’ex governatore dello Stato del Ceara, Ciro Gomes, del Partito democratico laburista.

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