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Price cap formato mini e acquisti mirati. La seconda chance dell’Europa

Dopo il fallimento del tetto al prezzo del gas, clamorosamente naufragato per colpa dei dubbi di Germania e Olanda, la Commissione presenta nuove proposte per calmare il costo del metano. Il gas si acquisterà a stock mentre è previsto un meccanismo anti-fluttuazioni. Ora palla ai governi

Provaci ancora, Bruxelles. Parafrasando il celebre film di Woody Allen, la Commissione europea ha presentato una serie di nuove proposte, dopo il flop del price cap, per affrontare i continui rincari dell’energia, che mirano ad arginare le pressioni sui prezzi e al tempo stesso agevolare gli approvvigionamenti complessivi in modo da accumulare scorte adeguate in Europa. La strategia fa ricorso a normative di emergenza per agire su tre canali: acquisti congiunti minimi obbligatori dei Paesi a livello Ue sull’energia; interventi sugli indici dei prezzi volti a limitare la volatilità, fissando limiti dinamici o meccanismi di controllo sui prezzi e, terzo, regole minime di solidarietà tra Stati in caso di penurie di approvvigionamento.

Il primo capitolo di intervento elencato dalla Commissione è proprio quello degli acquisti congiunti, con lo scopo di scongiurare il rischio di scorte troppo basse alla fine di questo inverno che comprometterebbero l’inverno 2023-2024. Bruxelles propone di approntare strumenti legali per procedere a commesse congiunte, per cui intende contattare un service provider affidandogli il compito di aggregare la richieste e il fabbisogno di gas a livello Ue.

La proposta prevede anche l’obbligo agli Stati membri di partecipare a questa domanda congiunta per una soglia fissata ad “almeno il 15% delle loro capacità di stoccaggio”, si legge nella nota della Commissione Ue. Viene poi allestito lo spazio normativo per coinvolgere le compagnie energetiche europee in un consorzio (a European gas purchasing consortium), il cui allestimento verrebbe supervisionato dallo stesso esecutivo Ue in modo da evitare conflitti con le regole contro cartelli e abusi di posizione dominante.

Il secondo capitolo di intervento è quello dei prezzi e di proposte volte a controllarli. Innanzitutto l’Ue vuole l’obbligo di comunicazione preventiva a essa stessa di qualsiasi accordo di forniture di energia superiore ai 5 Twh, equivalenti a circa 500 milioni di metri cubi di gas. In modo da poter effettuare rilievi o raccomandazioni ove appaiano incompatibili con le sue strategie, di acquisti congiunti o con la sovracitata solidarietà Ue.

L’Ue propone poi la creazione di un nuovo indice di riferimento per il gas naturale liquefatto (Gnl) che sarebbe più appropriato proprio per le transazioni del gas sotto questa forma rispetto agli indici attuali. La questione viene affidata all’Acer (Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia). Al tempo stesso la commissione propone di allestire un meccanismo per limitare le fluttuazioni estreme dei prezzi stabiliti nell’attuale primo mercato di scambio, il Ttf di Amsterdam, da attivare “quando necessario”. Si tratterebbe, secondo la proposta, di fissare “un limite dinamico” sul prezzo massimo transazioni intraday che eviterebbe i picchi di volatilità. Ora il voto dei Paesi membri. Unanime.

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