Skip to main content

Perché il nuovo ordine europeo passa dall’Ucraina. Scrive l’amb. Melnyk

Di Yaroslav Melnyk

Per il secondo anno consecutivo di guerra su vasta scala, gli ucraini mantengono quasi lo stesso livello di unità attorno all’idea e alla fiducia nella vittoria dell’Ucraina rispetto alla fine dello scorso anno, ovvero circa il 93%. La riserva di forza della società ucraina è ampia e potente, nonostante sia costantemente sotto attacco da parte delle forze armate e degli strumenti di informazione e propaganda russi. L’intervento di Yaroslav Melnyk, ambasciatore d’Ucraina in Italia, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche

Il 24 febbraio 2022 il mondo si è svegliato con il ritorno della guerra nel continente europeo, mentre gli ucraini si sono svegliati con i suoni delle esplosioni e dei bombardamenti in pacifiche città addormentate. Nonostante l’Ucraina viva sotto l’aggressione russa da dieci anni, il 24 febbraio di due anni fa ha diviso la vita del Paese in “prima” e “dopo”. Per le democrazie occidentali quel giorno è stato caratterizzato anche da un risveglio dalle illusioni di stabilità e sicurezza, è stato il giorno in cui si sono rese conto dell’inutilità della politica di pacificazione dell’aggressore.

La pax russica ha mostrato a tutto il mondo la sua vera faccia. Dopo questi due anni, sembra che nessuno abbia dubbi sul fatto che l’aggressione armata russa contro l’Ucraina, il terrore costante contro la popolazione civile, non abbiano nulla a che fare con la mitica denazificazione o demilitarizzazione. Questi ultimi sono i dolori fantasma paventati da un impero antico e malsano che parassita la storia, la cultura e l’identità di un altro Paese.

Di conseguenza la guerra barbara, crudele della Russia contro l’Ucraina è una vendetta per la scelta pro-europea del Paese, per i valori democratici del popolo ucraino e per il suo desiderio di vedere l’Ucraina libera dalle catene russe. Per il nostro Paese l’integrazione europea significa riunificarsi con la comunità europea, con la quale condividiamo i valori della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto.

Ma l’adesione dell’Ucraina all’Ue non è un’attività di beneficenza. Si tratta di una partnership reciprocamente vantaggiosa, perché l’Ucraina ha delle forze armate con un’alta capacità di combattimento, l’esperienza del confronto quotidiano con sfide militari e ibride, un’enorme risorsa naturale e umana. Una Europa forte ha bisogno di un’Ucraina forte, e la cooperazione può essere vantaggiosa per entrambe le parti. La Russia non si fermerà senza una risposta forte, decisa e coerente alle sue azioni aggressive. Per l’Ucraina questa è una guerra esistenziale, per la sopravvivenza e salvaguardia della propria identità.

Per la Russia, è un tentativo di restaurare il vecchio impero che aveva spezzato la vita di tanti popoli e reprimere gli ucraini che da secoli lottano per la loro indipendenza. Il concetto di pace è naturale per un essere umano e il pacifismo, così virale in Italia, è una idea bella in sé ma nello stesso momento completamente utopica. E quando ne sentiamo parlare? Solo nelle discussioni sul sostegno all’Ucraina.

Ma chi vuole interrompere gli aiuti a Kyiv non può essere così ingenuo da credere che la repressione della resistenza ucraina porterà a una pace giusta. Perché la pace ingiusta, che viola il diritto inter- nazionale, a scapito della sopravvivenza dell’Ucraina darebbe carta bianca a tutti i regimi autoritari del mondo per qualsiasi azione aggressiva incontrollata. L’aggressione della Russia contro l’Ucraina è da tempo uscita dai confini territoriali del Paese.

Questa guerra, nelle sue forme ibride, è combattuta contro il mondo intero. Anzi, le motivazioni imperiali sono diventate parte integrante della retorica russa, che osserviamo sia in Russia stessa per influenzare gli elettori, sia in tutte le arene internazionali come un elemento consolidato della politica moderna del Cremlino.

La Russia dimostra apertamente di voler imporre le proprie condizioni all’Ucraina, al Kazakistan, ai Paesi baltici, alla Moldavia nel contesto della loro politica estera e interna e di avvelenare il mondo con la sua propaganda e narrazioni che scuotono la comunità internazionale dall’interno.

L’ampia invasione armata della Russia in Ucraina ha causato uno shock globale, portando alla più grave crisi di sicurezza in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Le conseguenze influenzeranno direttamente le tendenze globali e i processi politici, e spingeranno a creare i princìpi di una nuova architettura dell’ordine europeo.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al vertice del G20 nel novembre 2022 ha presentato la Formula della pace in dieci punti, che deve essere realizzata il più rapidamente possibile nell’interesse di tutto il mondo.

Il consolidamento della comunità internazionale a tutti i livelli (diplomatico, militare, economico e umanitario) dovrebbe essere uno strumento efficace per realizzare la pace ucraina che sarà una garanzia non solo della sicurezza di Kyiv, ma di tutto il mondo libero, per fermare l’espansione russa. Nonostante le difficoltà, l’Ucraina continua la sua lotta per l’indipendenza e i princìpi democratici dimostrando forza, coraggio e dedizione agli ideali che definiscono l’ordine mondiale moderno.

Per il secondo anno consecutivo di guerra su vasta scala, gli ucraini mantengono quasi lo stesso livello di unità attorno all’idea e alla fiducia nella vittoria dell’Ucraina rispetto alla fine dello scorso anno, ovvero circa il 93%. La riserva di forza della società ucraina è piuttosto ampia e potente, nonostante questa forza sia costantemente sotto attacco da parte delle forze armate e degli strumenti di informazione e propaganda russi.

Un atteggiamento che rafforza l’ottimismo. Siamo pronti a condividere questo ottimismo con i nostri partner per arrivare il più presto possibile al ripristino della pace e della stabilità in Europa.

Formiche 199

Exit mobile version