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Così Londra avrebbe ribaltato l’audio tedesco diffuso dai russi

La Russia continua a usare la conversazione tra i vertici militari di Berlino per tentare di dividere l’Occidente. Ma come avrebbe reagito l’intelligence britannica a un caso del genere sotto la Cortina di ferro? Ecco le possibilità secondo Rory Cormac (Nottingham)

Si parla ancora, ed è inevitabile, dell’audio “intercettato” da Mosca in cui i vertici della Bundeswehr discutono della fornitura teorica di missili Taurus all’Ucraina. La Russia, con la sua macchina della propaganda, la sta sfruttando per dividere la società tedesca e gli alleati di Kyiv con l’intento di minare il sostegno militare occidentale dell’Ucraina, a conferma che la fine di queste forniture è l’unico possibile game-changer dopo due anni dall’invasione e con una situazione di stallo sul terreno. Gli alleati della Germania sono alle prese con nuovi dubbi sull’affidabilità delle comunicazioni con Berlino.

Domenica Boris Pistorius, ministro della Difesa tedesco, ha definito la diffusione di quell’audio come un pezzo della parte “guerra dell’informazione” che il presidente russo Vladimir Putin sta conducendo contro l’Occidente. Ieri ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore tedesco a Mosca, Alexander Graf Lambsdorff, ma il governo di Olaf Scholz si è opposto.

Come ha reagito il Regno Unito a situazioni simili durante la Guerra Fredda? Se l’è chiesto, su X, Rory Cormac, professore di Relazioni internazionali dell’Università di Nottingham, esperto di covert action e secret statecraft, autore di “How To Stage A Coup” (qui la sua recente intervista a Formiche.net).

Prima ipotesi: “L’MI6 avrebbe potuto cambiare le carte in tavola e far credere alla Russia che si trattava di un’operazione di depistaggio per prendere in giro l’intelligence russa”. Seconda ipotesi: “Confermare l’accuratezza solo se pressati, e comunque soltanto a grandi linee, mettendo in risalto le intenzioni russe, le distorsioni e l’impatto limitato”. Terza ipotesi: “Briefing non attribuibili ai contatti con la stampa (e persino articoli ‘piazzati’) per smascherare le tattiche di disinformazione della Russia e diffondere dubbi su tutto ciò che la Russia dice di aver intercettato”. Quarta e ultima ipotesi: “Commissionare a qualche celebre autore di spionaggio di scrivere qualcosa su come il materiale intercettato non fosse di valore”.

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