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Pace, Yemen e futuro dell’Ue. Le priorità del G7 italiano secondo Tajani

Verso la ministeriale di Capri: presenti il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, oltre ai rappresentanti dei Paesi emergenti del G20. Il capo della Farnesina: “Non mi piace parlare di economia di guerra, ma stiamo con la guardia alta”

Italia più portata a lavorare per la pace e non per la guerra, con uno sguardo (meno preoccupato del previsto) alla situazione nello Yemen e attendista sui futuri vertici istituzionali europei. È su queste tre direttrici di marcia che si muove il Tajani-pensiero, nella consapevolezza che, in ogni caso, in Italia è stato alzato il livello di sicurezza e che la cornice del G7 (con il prossimo evento a Capri) sarà strategica per definire indirizzi e iniziative.

G7

Puglia e Campania, teatri degli eventi maggiori del G7, portano il Mezzogiorno al centro del dibattito, soprattutto legato ai temi internazionali e del Mediterraneo. Capri per il G7 esteri è stata scelta anche per via del proprio status di isola che, in quanto tale, garantisce più sicurezza, ma soprattutto perché si parlerà di Mediterraneo il 17-18-19 aprile. “Parleremo delle grandi questioni internazionali: di quello che accade in Africa, dove siamo fortemente impegnati, il Mediterraneo si avvicina fino alle coste del Medio Oriente e infatti si affronterà la situazione a Gaza e “e realtà contigue che sono Suez e il Mar Rosso”. Saranno presenti il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, oltre ai rappresentanti dei Paesi emergenti del G20.

Pace stella polare

Il ministro degli Esteri e vicepremier lo dice chiaramente: l’Italia deve lavorare per la pace, “la stella polare è sempre il lavoro per la pace”. Il nodo è capire come e con chi. C’è un grande lavoro non sempre visibile da parte dell’intelligence e delle forze dell’ordine per prevenire attentati, ha spiegato, mettendo l’accento sulle analisi fatte dopo l’attentato di venerdì scorso a Mosca. Ma non c’è solo il fronte russo e ucraino sui tavoli di dibattito europei, quanto anche il caos a Gaza. L’Italia è favorevole a un cessate il fuoco per permettere la liberazione degli ostaggi israeliani e l’arrivo di aiuti via terra ai palestinesi, ma “prima bisogna costruirlo uno Stato perché in mano ad Hamas non può essere riconosciuto, va ripristinata la democrazia in Palestina, noi siamo favorevoli a due popoli e due Stati che si riconoscano vicendevolmente, è il lavoro che stiamo compiendo, puntando su un rinnovamento dell’Anp che mi pare sia in corso”.

Yemen

Al momento c’è meno preoccupazione rispetto al passato sugli effetti della crisi nello Yemen sui porti italiani. Il calo è stato di circa il 2-3% delle presenze, quindi è un calo assolutamente contenibile: “La missione Aspides funziona e protegge la nostra marina mercantile e tutte le navi italiane, e non solo, che passano attraverso il Mar Rosso e vanno verso l’Oriente o verso il sud dell’Africa e il cacciatorpediniere Caio Duilio ha già abbattuto tre droni lanciati dai ribelli Houthi dallo Yemen”. Sullo sfondo il timore che si usi da parte dei mercantili, soprattutto quelli non italiani, la rotta che passa dal Capo di Buona Speranza, cioè dal sud dell’Africa. In quel modo, il timore del ministro italiano è che si arrivi nel Nord dell’Europa, favorendo i porti di Anversa, di Rotterdam e di Amburgo, anziché passando attraverso Suez. In quel caso ci sarebbero danni alla portualità italiana.

Ue

Sul futuro europeo Tajani predica attendismo. Da un lato spiega che al momento è campata per aria l’ipotesi di Draghi alla presidenza della Commissione Ue. “Per adesso non è indicato dal Ppe, è molto presto per parlare di nomi, perché deve ancora iniziare la campagna elettorale, se ne parlerà a giugno inoltrato”. Dall’altro su von der Leyen osserva che Giorgia Meloni essendo leader di Ecr, magari sceglierà un proprio leader leader per la presidenza, di contro il Ppe indicherà Ursula von der Leyen, “fermo restando che il Consiglio europeo è libero”.

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