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L’omicidio volontario in Italia è solo quello dei poliziotti?

Il capo d’imputazione è cambiato,  il poliziotto ha sparato a braccia tese: è omicidio volontario. Fatta salva la gravità dell’atto, e la necessità di fare giustizia perché, come ha dichiarato il questore di Firenze  “la pistola deve essere sempre l’ultima razio”,  questo atto tardivo appare come un triste tentativo di scaricare su uno la responsabilità di molti. Il poliziotto diventa caprio espiatorio, vittima sacrificale dell’incapacità di gestire una situazione grave, ma che a causa dell’omertà e dell’irresponsabilità delle istituzioni è diventata drammatica al punto da “spedire via sms” l’Italia intera nel caos. Si è tentato di occultare tutto prima e adesso ci si propone come paladini della giustizia. Tutto questo è desolante, dov’è la responsabilità oggettiva di coloro che mandano in giro agenti pistoleri a presidiare le strade? Inoltre questa scelta fa riflettere su come il concetto di volontarietà dell’omicidio possa diventare plastico, e su come in relazione al poliziotto, questa accusa appaia una scelta strumentale. Perché se un agente che spara maldestramente, ma non si può credere con la deliberata intenzione di uccidere un ragazzo, compie omicidio volontario, per quale motivo per chi investe e uccide un passante, l’accusa di omicidio colposo non diventa di omicidio volontario qualora il guidatore risulti essere ubriaco? Se sparando a braccia tese so di poter uccidere, anche mettendomi alla guida ubriaco so di poter uccidere…Ma in questo Paese non si ha fretta di fare decreti che contino, si ha fretta solo di scaricare responsabilità, di nascondere  verità, di salvare la faccia, ma i cittadini sono stanchi e il tentavo è vano perché ormai l’immagine del paese ormai è logora. E’ cosi da sempre e nulla è cambiato. Ed in questa inutile schizofrenia le vittime siamo tutti noi, ancora una volta senza tutele, ancora una volta senza giustizia.

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