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Connessioni globali

Internet è stato inventato quaranta anni fa e non per merito mio, io sono arrivato venti anni dopo. Internet esisteva, ma non c’era il World wide web, che ho concepito quando ero un ingegnere informatico a Ginevra e aiutavo i fisici del Cern a realizzare importanti invenzioni. L’idea di Internet è legata ad una piattaforma grande, robusta e al tempo stesso liscia, piatta, su cui costruire qualcosa. Le persone che l’hanno ideata non l’hanno fatto per inviare mail o per condividere file, ma per consentire la comunicazione tra i programmi informatici.
 
Era il 1989 quando al Cern mi dissero di provare a sviluppare, attraverso una delle macchine NeXT di Steve Jobs, un programma in grado di funzionare su quel computer. Così, per inventare il web, non ho dovuto cambiare Internet, ma ho potuto scrivere un browser che ho chiamato World wide web, che funzionava su una macchina che si chiamava NeXT. Si è trattato di mettere insieme l’idea dell’ipertesto, con i protocolli che avevo già creato. Era tutto estremamente complicato, ma una volta trovata la strada giusta nel biennio 92/93, a quel punto tutto è andato per il meglio. Nel 1994 abbiamo avviato il consorzio del World wide web, che ancora esiste ed è un luogo dove viene definita la nuova tecnologia globale. Dove tutte le persone lavorano nello stesso modo, perché la peculiarità del web è che va tenuto aperto: un´unica rete dove tutti utilizzano gli stessi standard.
 
L’80% delle persone a casa ha il segnale per connettersi. È più della metà delle persone del mondo, ma solo il 20% utilizza il web. Per ridurre questo divario, abbiamo avviato la www Foundation, perché ogni volta che si crea un nuovo sito web, il divario tra coloro che fanno parte della società dell’informazione e coloro che non la utilizzano diventa sempre più ampio. Le direttive per l’accessibilità del contenuto web, e quindi il web 2.0, sono nate nel nostro consorzio e saranno disponibili in tutto il mondo.
 
Ciascuno deve poter far parte di questa società dell’informazione, nell’ambito della quale sono in corso grandi cambiamenti che muteranno la nostra mentalità. Va accresciuta anche in Italia la percentuale di persone che utilizzano Internet. Bisogna migliorare l’accesso al web e l’educazione al web, facendo in modo che nessuno, non soltanto le persone più anziane, venga lasciato indietro. Gli anziani, ad esempio, spostandosi meno da casa, sarebbero degli utenti formidabili. È essenziale quindi riuscire ad aumentare le persone che utilizzano il web, anche per il governo.
 
Nel Regno Unito si è cercato di farlo, affinché, invece di recarsi a pagare le tasse o il bollo per la macchina ad esempio, si potesse farlo on-line, risparmiando un buon 25% in termini di costi di spostamento e costi di personale. Dal momento che si può fare qualunque cosa on-line, perché il mondo è on-line, i nostri governi devono utilizzare la rete come un supporto per rendere l´amministrazione più efficiente. È altresì importante inserire il più possibile i dati sul web. Nel Regno Unito il governo ha inserito on-line le spese: i dati sui trasporti, sulle infrastrutture, rendendo ovviamente il Paese più trasparente.
 
Se i dati sul prodotto che un´impresa produce e commercializza non sono sul web, è come se esso non esistesse, perché ormai è buona abitudine compiere delle ricerche di mercato su Internet prima di acquistare dei prodotti.
La rete è una piattaforma proprio come lo era Internet, sulla quale sono costruite le cose più sorprendenti. Gran parte della nostra vita dipende oggi dalla rete: se non ricordo come si fa una cosa, vado sul web, se non conosco il significato di una parola, lo cerco su Wikipedia. Come utente di Internet dunque ho più potere di chi non lo usa.
 
Esistono inoltre dei diritti quando si va su Internet, quando si utilizza la rete per questioni private si ha il diritto di farlo senza essere spiati. Abbiamo il diritto di accedere ad esempio alla visione di un film senza essere bloccati dal service provider. È quella che chiamiamo Net neutrality, ovvero il diritto di non essere fermati ad un certo punto della nostra ricerca. La rete è un mezzo di comunicazione neutrale e quindi è necessario difendere in Italia e nel mondo la sua libertà, tenendo presente che molti Paesi oggi stanno promulgando delle leggi che gli consentono di bloccare gli utenti.
 
Il diritto di cercare, di non essere spiati, di non essere bloccati, e il diritto all’informazione fanno parte dei nostri diritti democratici. Inoltre, la Net neutrality non deve fermare l’innovazione. Dal momento che c’è una piattaforma, pubblica per tutti, ciascuno ha il diritto di innovare, senza dover registrare ogni volta le proprie applicazioni, senza avere nessuno che controlla. È un sistema “end to end” aperto e infinito.
 
All’epoca in cui lavoravo al Cern e volevo sviluppare il web, mi sono reso conto che avevo una rete neutra, non c’era nessuno che spiava o mi bloccava, non esisteva la tecnologia che avrebbe consentito tutto ciò. Oggi dobbiamo far sì che questa grande rete rimanga pubblica, aperta e gratuita.
 
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