Startup, Bim bum bam, Millennials. Sono tutti i modi per raccontare i giovani (e meno giovani) di oggi, spesso tra tormentoni e stereotipi.
Vi sono i nostalgici, quelli nati tra la fine dei Settanta e i tardi Ottanta, quelli spesso etichettati come “bamboccioni”. Fanno parte della generazione Bim Bum Bam, cresciuti a pane e cartoni animati, pionieri dell´email e del Cd, lontani anni luce dal 2.0 , ma senza dubbio più tecnologici dei quarantenni.
E poi ci sono i Millennials, i figli di internet in sostanza. Sono i cosiddetti nativi digitali, nati a cavallo del cambio di millennio e che oggi hanno tra i 18 e i 30 anni. Quelli che vivono con la rete in assoluta simbiosi e maneggiano computer e telefonini come se fossero estensioni del loro stesso corpo. Che usano i social network come piazze. Ma sono anche quelli destinati ad essere i nuovi protagonisti del mondo del lavoro, quelli che entreranno nelle aziende del futuro portando con sè anche tutta la loro cultura web social.
Infine trionfano gli Startupper, coloro che diffidano il posto fisso, perché il lavoro se lo creano da sé. Giovanissimi, laureati, in prevalenza uomini, usano benissimo la rete, parlano l´inglese alla perfezione ma soprattutto credono fortemente nei loro progetti.
“La generazione Bim Bum Bam” di Massimiliano Panarari la Stampa 29/01/2012
“Startup. L’Italia del futuro” di Riccardo Luna, la Repubblica 14/02/2012
