Tornare a essere un Paese capace di attrarre investimenti esteri. Questa la missione che Confindustria intende lanciare in un convegno domani 12 aprile alle 14.30 all’Auditorium di Assolombarda a Milano, dall’eloquente titolo “Più mondo in Italia”.
Perché il nostro Paese non riesce ad essere una forte calamita di capitali esteri? E come invertire la tendenza? A queste domande proveranno a rispondere gli illustri relatori del convegno: tra gli altri, Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, Francesco Profumo, Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca, Paola Severino, Ministro della Giustizia e il presidente del Comitato investitori esteri di Confindustria, Giuseppe Recchi. Concluderà invece i lavori la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
L’invito e la speranza di Confindustria parte da una constatazione: le imprese a capitale estero possono avere un ruolo molto importante nell’economia italiana. Oltre a un significativo impatto sul Pil (per ogni 10 miliardi di investimento diretto si stima una crescita strutturale dello 0,23% del Pil), possono incidere positivamente sullo sviluppo dell’innovazione e migliorare il livello di benessere del Paese. Gli investimenti esteri creano inoltre nuovi posti di lavoro e irrobustiscono il tessuto produttivo e sociale.
E in un momento di crisi e di incertezza economica come questo in cui l’imperativo è crescere, uno dei modi fondamentali per farlo è attrarre investitori internazionali.
La sfida globale si gioca oggi sul piano dell’attrattività. Se l’Italia vuole stare al gioco deve innanzitutto ridurre le barriere improprie all’attività imprenditoriale, prima fra tutte l’eccessiva complessità delle norme che regolano le attività economiche nel nostro Paese. Una complessità che genera incertezza. E l’incertezza è il primo nemico dello sviluppo economico.
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f.a.
