Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Aspettando la space car

Pensare i bisogni dell’Italia mi fa tornare in mente un famoso adagio del Tractatus logico-philosophicus di Ludwig Wittgenstein che in italiano recita così: “L’immagine è un modello della realtà”. In effetti, sebbene l’aforisma non faccia riferimento per niente alla politica, ma “solo” alla logica della scienza, sembra proprio che esprima a pennello il nostro male epocale, la nostra mancanza storica, riassunta appunto nel fatto che la società è completamente priva di una classe dirigente che la raffiguri.
 
D’altronde, capire che la democrazia vive di rappresentazione, e che il rappresentare un gruppo sensibile d’interessi o l’intera nazione sia la funzione autentica dei partiti o di un Parlamento, non richiede certo di scomodare la profondità vertiginosa dell’epistemologia contemporanea. Si tratta di un dato di senso comune e di un’esigenza evidente per ogni Paese.
Attualmente, guardando allo scenario successivo al 2013, quando comunque ci sarà un dopo Monti, fosse anche solo quello di un altro governo Monti, dobbiamo prendere atto che la società italiana ha futuro solo se trova strumenti che ne rappresentino degnamente la volontà e le esigenze strategiche, attraverso personalità che ne raccolgano cioè le molteplici specificità.
 
Probabilmente la politica non sarà pronta in così breve tempo ad aggiungere all’indubbia capacità dell’attuale esecutivo una corrispondente partecipazione popolare diretta. Ma se ciò dovesse accadere avverrà necessariamente all’interno dell’eredità che l’attuale governo ha istituito e consolidato nel frattempo. Di certo in futuro non vi sarà una perdita completa del bipolarismo e neanche una sospensione definitiva della politica. È più probabile, semmai, che il ripristino dell’alternanza passi attraverso un periodo più o meno lungo di condivisione della responsabilità. Una situazione simile a quella che avviene durante una competizione automobilistica quando, dopo un incidente, entra la space car per un numero di giri sufficiente affinché tutto torni alla normalità.
 
D’altronde, si sa, volontà distinte e perfino contrapposte possono convergere politicamente, individuando almeno un obiettivo unico comune. Anzi, questo è il vero compito non solo che la Costituzione del ‘48 affida ai partiti, ma quanto dovrebbe rendere possibile costantemente qualsiasi forma di Stato minimamente funzionante, mediante l’esercizio solenne e diretto del suffragio universale. Ad ogni buon conto, nessuno può dire oggi cosa succederà domani. Sicuramente la politica deve riorganizzare la partecipazione, il più presto possibile, ridando spessore perduto alla democrazia. E nessuno può fare una cosa simile in Italia senza ridisegnare profondamente l’architettura istituzionale della Repubblica.
Senza governo, infatti, si fallisce. Ma anche senza una stratificata e plurale “immagine” del consenso popolare.
×

Iscriviti alla newsletter