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Addio a Carlos Fuentes

“Lamento profondamente la scomparsa del nostro caro e ammirato Carlos Fuentes, scrittore messicano universale. Riposa in pace”. Con questo messaggio via Twitter il presidente del Messico Felipe Calderón ha annunciato la notizia. Il mondo letterario ha perso uno dei principali esponenti della letteratura latinoamericana contemporanea. È morto a 83 anni lo scrittore messicano Carlos Fuentes, uno dei principali critici dei regimi nati nelle rivoluzioni di sinistra. Oltre alle polemiche opinioni sulla corruzione, la politica e la guerra al narcotraffico nella regione.
 
Il quotidiano argentino “El Clarín” lo qualifica come un “grande romanziere e un caudillo culturale”. Fuentes è l’autore di opere come “La regione più trasparente”, “Aura”, “Terra Nostra” y “La morte di Artemio Cruz”. Era un altro perenne candidato al Nobel, come lo scrittore Mario Vargas Llosa. “Con lui scompare uno scrittore la cui opera e presenza ha lasciato un segno profondo. I suoi racconti, romanzi e saggi hanno si sono ispirati principalmente nella storia e la problematica del Messico, ma lui era un uomo universale”, ha detto Vargas Llosa.
 
Con Carlos Fuentes scompare un pezzo importante del boom latinoamericano degli anni ‘60. Restano in vita Gabriel García Márquez e Mario Vargas Llosa. Fuentes ha vinto i massimi premi della narrativa in spagnolo: il Cervantes, il Rómulo Gallegos e il Principe di Asturias, tra molti altri.
 
Nella sua ultima intervista al quotidiano “Vanguardia“, Fuentes aveva detto il titolo del libro appena finito: “Federico en su balcón” e di avere già in cantiere un altro: “El baile del centenario”.
 
r.m.
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