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Amnesty International, più di 15 mila morti in Siria

L’aumento di uccisioni illegali, torture, detenzioni arbitrarie e distruzioni indiscriminate di abitazioni dimostra quanto sia urgente la necessità di una decisiva azione internazionale per fermare l’ondata degli attacchi, sempre più massicci e impuniti, delle forze armate e delle milizie governative shabiha in Siria.
 
Lo ha detto questo giovedì Amnesty International, lanciando un nuovo rapporto di 70 pagine, dal titolo “Rappresaglie mortali”, che fornisce nuove prove delle ampie e sistematiche violazioni dei diritti umani, tra cui crimini contro l’umanità e crimini di guerra, perpetrate nell’ambito di una politica di stato destinata a compiere rappresaglie contro le comunità sospettate di sostenere l’opposizione e a intimidire e assoggettare la popolazione.
 
“Le nuove, sconcertanti prove di un sistema organizzato di gravi violazioni aumentano la necessità di una decisiva azione internazionale per fermare l’ondata dei sempre più massicci attacchi contro la popolazione civile, compresi crimini contro l’umanità e crimini di guerra, commessi dalle forze armate e dalle milizie governative nella totale impunita”, ha dichiarato Donatella Rovera, di Amnesty International, che ha recentemente trascorso alcune settimane nel nord della Siria per svolgere indagini sulle violazioni dei diritti umani.
 
“Per oltre un anno il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha esitato ad agire, mentre in Siria si sviluppava una crisi dei diritti umani. Ora deve superare l’impasse e agire concretamente per porre fine a queste violazioni e chiamare i responsabili a risponderne”, ha proseguito Rovera.
 
r.m
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