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Cos’è Green Hill

Green Hill  è uno stabilimento situato a Montichiari (Brescia) che alleva beagle destinati ai laboratori di tutta Europa. Il numero di animali presenti all´interno dello stabulario è di circa 2700 tra fattrici e cuccioli.
La struttura è composta da 5 capannoni nei quali “le condizioni di mantenimento degli animali non soddisfano le necessità etologiche e fisiche degli animali”, sottolinea la Lega anti vivisezione. I beagle infatti vengono allevati in massa e cresciuti senza vedere la luce del sole o poter passeggiare all´aria aperta, mantenuti all´interno di gabbie di dimensioni esigue, dalle quali escono solo al momento di essere trasferiti presso la loro destinazione finale, il laboratorio dal quale usciranno come carcasse, da smaltire come rifiuti speciali.
Green Hill da alcuni anni è di proprietà di un´azienda americana, la Marshall Farm Inc, nota in tutto il mondo, in quanto più grande “produttore” di cani da laboratorio che esista. Green Hill è l´ultimo stabilimento allevatore di cani da sperimentazione presente in Italia.
 
Ma perchè proprio i Beagle? 
Il beagle – spiega la Lega anti vivisezione – continua ad essere la razza di cani più usata a fini scientifici, “senza una vera base razionale di scelta, come affinità genetica, anatomica e fisiologia, ma è stata “selezionata” per la taglia, la lunghezza del pelo (per iniezioni e prelievi), resistenza cardiaca, temperamento docile e capacità di vivere in gruppo, in modo da essere facilmente stabulato e costare meno”.
Le applicazioni su questa specie – spiega la Lav – sono moltissime: studi di tossicità per le sostanze industriali (gli animalisti ricordano ad esempio la Normativa REACH relativa ai test chimici che provocherà l´uccisione di 54 milioni di animali in Europa); tossicità per le sostanze d´abuso, come alcol e stupefacenti; trapianto di organi e tessuti; cancro; test bellici; ricerca di base in qualsiasi settore (compresi quelli sulla deprivazione materna e sull´erezione, prodotta fisicamente, tramite scosse elettriche e impianti odontoiatrici per testare nuovi apparecchi sulla dentatura del cane con estrazioni e trapianti negli alveoli). E – aggiunge la Lav – le statistiche confermano che non c´è nessuna diminuzione del ricorso ai beagle, e degli animali in generale, anzi sottolineano l´aumento dell´uso di animali in campi fortemente invasivi come le modificazioni genetiche che fanno nascere animali già ammalati o sofferenti dalla fase gestionale.
 
Le leggi
La legge italiana, ricorda la Lav, limita fortemente l´utilizzo di cani, ma nonostante il vincolo dell´autorizzazione specifica, sono ancora tantissimi gli stabulari che utilizzano questa specie. In Italia, circa 1200 cani all´anno subiscono test tossicologici, prove per farmaci e per la produzione di apparecchiature e dopo aver subito le violenze fisiche e psicologiche legate all´esperimento, devono patirne gli effetti dopo il risveglio: nausea, tremori, diarrea, ipersalivazione, bruciore e paura, anche se sono pochi quelli che sopravvivono all´esperimento, e non muoiono per agonia durante la procedura. Questi animali, nella quasi totalità dei casi, vengono uccisi per investigazioni anatomiche e poi buttati in sacchetti di plastica e mandati all´inceneritore come fossero spazzatura.
La situazione oltreoceano peggiora ulteriormente, tanto è vero che è possibile utilizzare cani per esercitazioni didattiche di anatomia e fisiologia (possibile anche nel nostro Paese) e nel caso del Nord America il controllo diventa ancora più impraticabile perché la maggior fonte di animali per i laboratori sono i canili e i cani randagi che vengono, di norma, uccisi in massa tramite asfissia.
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