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L’Ucraina è il paradiso mondiale della pirateria informatica

A livello mondiale l’Ucraina è la nazione pirata per eccellenza, paradiso dei prodotti digitali non autorizzati e base per la diffusione verso gli stati dell’Unione Europea. Questo almeno per quel che riguarda la cosiddetta pirateria informatica e audiovisiva. A puntare l’indice contro Kiev è l’International Intellectual Property Alliance (Iipa), associazione statunitense che raggruppa diverse organizzazioni presenti sul mercato americano e dal 1984 si occupa della protezione del materiale tutelato da copyright a livello internazionale. Nel rapporto edizione 2013, appena pubblicato, l’ex repubblica sovietica è indicata dall’Iipa al primo posto tra le nazioni che ledono i diritti di copyright per software e film.

I problemi riguardano la crescente pirateria, digitale e non, la debole architettura legislativa e persino la scarsa collaborazione delle autorità statali, tanto che l’abitudine di utilizzare programmi copiati e senza licenza sarebbe altamente diffusa non solo nel settore privato, ma proprio anche nelle istituzioni e nelle organizzazioni pubbliche.

L’Ucraina, in questa speciale classifica che la vede davanti ai grandi campioni del falso come Cina, Russia e India, ha peggiorato la sua posizione soprattutto negli ultimi anni, tanto che ora l’Iipa ha suggerito a Washington di applicare sanzioni economiche per arginare i danni arrecati a questa parte dell’industria americana che impiega oltre 5 milioni di lavoratori e fattura all’estero oltre 130 miliardi di dollari all’anno.

Per Yuriy Omelchenko, anti piracy manager di Microsoft per l’Ucraina, la situazione è catastrofica. Come ha detto in un’intervista al quotidiano Kiev Post, il 70% dei programmi installati sui computer di strutture pubbliche è piratato. Il colosso americano già nell’autunno dello scorso anno ha vinto una causa contro la società statale che gestisce l’aeroporto di Uzhhorod dopo che era emerso come il sistema della biglietteria era gestito con software senza licenza. E all’inizio di quest’anno ha avviato una serie di cause contro altre aziende ucraine accusate di utilizzare illegalmente i prodotti del colosso a stelle e strisce.

I problemi della pirateria non rimangono però circoscritti al Paese e secondo l’Iipa l’Ucraina è diventata il trampolino di lancio per l’esportazione di prodotti digitali non autorizzati verso gli stati dell’Unione Europea. Il piano d’azione sottoscritto da Kiev e Washington nel 2010 per contenere e reprimere il fenomeno non è mai stato adottato, cosicché – come evidenzia il rapporto – in breve tempo l’ex repubblica sovietica si è trasformata in un rifugio sicuro per organizzazioni criminali coinvolte nella pirateria digitale, dai software per il business e l’intrattenimento, alla musica e ai libri.

Il vice primo ministro ucraino Kostantyn Gryshchenko ha detto che è necessario agire dal punto di vista legislativo per contrastare la pirateria e reagire prontamente alle preoccupazioni americane. Ma secondo alcuni analisti le leggi attuali sono sufficienti e basterebbe in realtà solo farle applicare.

L’esperto di affari legali Oleksiy Khrystoforov ha affermato sulle colonne del Kiev Post che il nuovo codice penale introdotto alla fine dello scorso anno è più che sufficiente per la difesa dei diritti d’autore, dato che per l’utilizzo illegale e la condivisione di materiale coperto da copyright prevede la reclusione anche fino a sei anni.

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