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Oggi Letta, domani Renzi. Parla Pasquino

Bene l’ambizione del discorso di Letta, commenta a caldo il politologo Gianfranco Pasquino, docente di European Studies al Bologna Center della Johns Hopkins University e candidato a far parte della Convenzione per le riforme. Secondo Pasquino la doppia mossa anti Imu e Iva sarà utile a far ripartire consumi e crescita.

Discorso ambizioso, da governo di legislatura più che di scopo: o no?
Letta ha parlato di diciotto mesi, perché forse intende legare le sue fortune alla Convenzione costituzionale. Ma se invece la Convenzione riuscisse a fare le riforme, dato che il Parlamento dovrebbe approvarle ma prima modificarle, allora davanti ci sarebbe più tempo. Credo che faccia bene a essere ambizioso.

Come mai non ha detto dove prenderà le risorse per Imu, Iva ed esodati?
Il governo ha appena iniziato il suo lavoro e a questo punto bisogna che i ministri, in particolare quelli che hanno i cordoni della borsa, a cominciare da Saccomanni uomo di grande competenza e dignità personale che certamente non farà trucchi, controlleranno dove si potranno reperire tali risorse. Trovarle sarà un buon segnale inviato da un lato ai cittadini e dall’altro anche al Pdl. Credo però sarà necessaria una qualche rimodulazione, come abbiamo sentito ha già deciso di non incassare la rata di giugno dell’Imu.

Marcia indietro su due scelte montiane come Imu e Iva: dopo il rigore tout court si sta tentando una strada alternativa?
La mossa sull’Imu è accennata, probabile ma non ancora effettuata. Insisto che, se sarà possibile, è un qualcosa di importante perché riguarda la prima casa. Sull’Iva anche il governo Monti aveva preso in considerazione l’ipotesi di non incassarla, ma lì i pareri degli economisti divergono. C’è chi dice che l’iva sia un contributo utile per ridurre il deficit dello Stato, altri invece fanno notare come sia qualcosa che comprima i consumi. Tendenzialmente mi pongo su quest’ultima versione, credo bisognerebbe evitare l’aumento in quanto serve espandere i consumi. Contrariamente non potremo riprendere una strada di crescita.

Via il finanziamento pubblico e il Porcellum: s’avvicina la Terza repubblica?
Sul primo punto, come ha ricordato lo stesso premier, su 2 miliardi e mezzo di euro ottenuti dal 1994 al 2012, solo mezzo miliardo sono spese certificate. Scandaloso quello che i partiti hanno incassato ma non hanno speso se non per pagare i loro scagnozzi e per pagarsi le carriere politiche: questo non va bene. Ha anche suggerito che i privati possano finanziarli, personalmente quest’anno potrei voler finanziare il Pd. Ma se si dovesse spaccare ulteriormente potrei scegliere altro, o dare i soldi ad Amnesty International. Sulla legge elettorale ha proposto il ritorno al Mattarellum. Detto che considero il Porcellum pessimo e da sbriciolare, dico che il Mattarellum pur essendo migliore dell’attuale, non è però il meglio a cui possiamo aspirare. E non dovrebbe essere resuscitato nella sua interezza, evitando ad esempio il fenomeno delle liste civetta. Ma se, come annunciato, dovesse affidare la materia alla Convenzione costituzionale, allora bisognerà collegare la legge elettorale al tipo di governo che si intende dare al paese.

Nuova bicamerale con Berlusconi che si candida a guidarla: quali le affinità con l’analogo tentativo di quindici anni fa?
Quella era una Commissione bicamerale di soli parlamentari, questa invece come ha ribadito il premier sarà composta anche da esterni. Le differenze concerneranno la legge, perché ne servirà una per sancire i dettati della Convenzione. Quindi dovremmo riuscire a individuare modalità con le quali quella legge consentirà, ad esempio, alla Convenzione non solo di proporre ma anche di decidere. Tecnici sì, ma anche una visione politica. Capisco che Berlusconi si candidi a guidarla, ma non mi pare il più appropriato per quel ruolo. E lo dico senza voler demonizzare alcuno, lì devono esserci solo persone con una grande competenza istituzionale e che sappiamo come funzionano i sistemi politici in Europa e negli Stati Uniti. E non semplicemente coloro che hanno ricoperto una carica.

Che Pd sta nascendo dopo gli errori di Bersani?
Innanzitutto vorrei morisse quel Pd che abbiamo conosciuto fino a oggi. Un assemblaggio mal riuscito di correnti, esperienze e richiami al passato. Vorrei vedere un partito che, per usare un passaggio del discorso di Letta, guarda all’oggi e al futuro. Quindi un Pd proiettato in avanti, in grado di rappresentare tutti gli interessi del Paese, e non solo quelli di cattolici democristiani o di ex comunisti. Mi auguro che quella già iniziata, uso il termine tedesco di “diaspora degli elefanti”, continui e garantisca al partito un dibattito interno libero, aperto e senza minacce. Lo dico in modo brutale: vorrei un partito di uomini e donne liberi che hanno voglia di confrontarsi sulle idee. Ma che alla fine accettino anche di essere sconfitti, consapevoli che è molto di più ciò che li tiene insieme rispetto a ciò che li divide.

Quindi chi tra la novità Renzi e l’ideologia di Barca?
Tutto quel ragionamento andrà costruito. Occorre da un lato un’organizzatore politico, potrebbe essere Barca ma non lo conosco; dall’altro un predicatore, e lo dico in senso positivo, che potrebbe benissimo essere Renzi. Ma dovrà decidere se intende costruirsi prima un veicolo che lo porti a Palazzo Chigi, o se vuole combattere quella battaglia già oggi. La seconda ipotesi al momento mi sembra improbabile. Sia lui quindi a prendere le redini del partito ora. Ci provi.
twitter@FDepalo

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