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Datagate, perché la Camera Usa continua a finanziare lo spionaggio

La Camera degli Stati Uniti ha respinto con una stretta maggioranza di 217 voti (qui i nomi dei deputati) contro 205 un emendamento che puntava a mettere un termine al finanziamento del programma di sorveglianza della National security agency che raccoglie i tabulati telefonici di milioni di americani. Uno scandalo che si è allargato anche all’Europa e che ha messo a serio rischio i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico.

L’emendamento – spiega il Sole 24 ore – è stato presentato dopo le rivelazioni della “talpa” Edward Snowden (nella foto) ed era sostenuto da uno schieramento bipartisan che andava dall’estrema destra del Tea Party all’estrema sinistra dei democratici.

Nonostante ciò, e malgrado le aspre frizioni che si sono succedute, ha prevalso la linea della moderazione e della ragionevolezza nell’ottica dell’interesse nazionale, elemento che da sempre contraddistingue l’azione politica degli Usa.

La bocciatura – continua il quotidiano diretto da Roberto Napoletano – è stata anche una vittoria per il presidente americano, Barack Obama, la cui amministrazione da settimane – da quando è esploso il caso del Datagate – sta difendendo i programmi di sorveglianza dell’intelligence Usa dalle critiche internazionali.

Per fermare il testo, l’amministrazione Obama ha fatto fronte comune con la leadership repubblicana alla Camera.

La proposta, presentata dal repubblicano Justin Amash, era il primo tentativo di frenare le incursioni dell’intelligence Usa nelle comunicazioni elettroniche dei cittadini così come avallate dal Patriot Act, emanato dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.

Avrebbe assestato, a detta degli oppositori, un duro colpo alla possibilità dei servizi di difendere la sicurezza dei cittadini, ma per i proponenti (l’emendamento trovava largo consenso soprattutto tra i democratici) l’approvazione avrebbe soltanto limitato la capacità del Governo di raccogliere indiscriminatamente i dati, senza conseguenze sulle indagini condotte per fini di antiterrorismo.

“Il mio obiettivo – ha affermato Amash, contrariato per la bocciatura – era di difendere la Costituzione e la privacy degli americani, ma contro la mia proposta il Governo ha reagito, senza sorprese, giocando la solita vecchia carta della “paura”. Vi diranno – ha aggiunto – che il Governo deve violare i nostri diritti per proteggerci da chi odia la nostra libertà”.

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