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Perché quei testoni dei giornalisti non comprendono la grandezza del Meeting di Rimini

Confesso che sono un cattolico praticone. Aggiungo che non sono mai stato iscritto a nulla, nemmeno a una bocciofila. Preciso poi che sono allergico alle grandi adunate, dalle quali, lo diceva già Alessandro Manzoni, non esce mai niente di buono.

Detto questo, ritengo che la copertura del Meeting di Rimini da parte dei media (di tutti i media, siano essi di sinistra o di destra) non ha mai offerto un servizio ai lettori/ascoltatori che avrebbero invece diritto di capire che cosa c’è stato in questa città.

Invece i media trattano il Meeting o come se fosse un Parlamento, per cui riferiscono dettagliatamente sui discorsi dei politici che ci vanno, oppure come un’arena nella quale si possono usare frecce avvelenate (sempre le stesse, da un quarto di secolo) contro una realtà, Cl, che, come tutte le cose di questo mondo, ha i suoi difetti, ma che viene spesso assalita pregiudizialmente dai media laici (fin dai tempi della prima anti Cl che fu Camilla Cederna; sì, quella che fece anche dimettere un presidente della Repubblica con cronache false che poi, in tribunale, lei stessa disse di aver appreso, e poi cucinato meglio, da riviste come Visto, Stop e Novella 2000).

Il Meeting avrebbe invece bisogno di essere descritto da giornalisti di costume o da scrittori, da professionisti cioè capaci di capire la gente. ItaliaOggi ha utilizzato quest’anno uno scrittore, Marco Cobianchi, che ha parlato, in modo del tutto innovativo, anche della gente del Meeting, il migliaio di giovani cioè che, pagandosi anche il viaggio, e rinunciando alle ferie, si è messo a disposizione degli altri. Nel momento in cui persino i centri sociali sono chiusi per ferie, loro erano lì.

Nel 2013, trovare mille giovani che si sacrificano gioiosamente per un’ideale che non sia di sopraffazione, che curano i figli piccoli delle coppie che vogliono ascoltare le relazioni, che smistano il traffico nei parcheggi, che governano le mostre, non è una cosa da poco. E anche le decine di migliaia di famiglie venute da tutt’Italia, che si incontrano per capire, per divertirsi, per discutere.

A Rimini, fuori dal Meeting, e indipendentemente dal Meeting, c’è un campo estivo gestito da giovani volontari di Cl che fanno giocare ed accolgono per un paio di mesi i bambini che altrimenti non saprebbero dove andare ed ai cui genitori, non chiedono certificati parrocchiali.

Sono, questi di Cl, dei giovani contenti di essere utili. Mentre altrove viene giù anche il teatro, vedere che ci sono ancora giovani così, fa ben sperare. La loro è una scuola di fatti, non di parole. Credi? Datti da fare, allora. Capisco lo scandalo. Non ce l’hanno contro Formigoni ma contro questi giovani perchè essi dimostrano che si può vivere in altro modo. Indispongono perché attestano che si può essere giovani, impegnati e diversi. Per di più, non sacrificali ma gioiosi. Tiriamogli le pietre.

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