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Le divergenze parallele di Mauro e Alfano su Berlusconi

Avanti tutta con la Costituente popolare? Forse. Contatti e raccolta firme proseguono per costruire la nuova creatura moderata che possa unire Ncd, Udc, Popolari e parte di Scelta civica nel nome del Ppe. Mentre la conferenza stampa attesa per queste ore sul cantiere in corso non è ancora stata fissata a causa dei lavori non-stop di Camera e Senato, i protagonisti in campo si dilettano concedendo interviste. Spesso divergenti.

Lo si nota oggi per esempio con le parole ad Avvenire del leader dei Popolari Mario Mauro. L’ex europarlamentare azzurro che negli scorsi mesi si è distinto con posizioni nettamente anti-berlusconiane oggi auspica un ritorno di Forza Italia nella maggioranza di governo. Vista l’emergenza economica, dice l’ex ministro della Difesa del governo Letta, sarebbe opportuno ritornare a una grosse koalition: “La logica della grande coalizione apparteneva a questa legislatura ed è venuta meno per le vicende legate alla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Ma ora il clima è cambiato, sarebbe un atto di responsabilità per Forza Italia rientrare in maggioranza”.

Un pensiero che non coincide con quello espresso dal suo ipotetico futuro collega di gruppo parlamentare Angelino Alfano. Solo pochi giorni fa, interpellato sull’argomento dalla Stampa, il leader di Ncd liquidava così la questione: “Non credo che Forza Italia abbia l’unità e la forza per chiedere un rientro nel governo. Sarebbe la plateale ammissione di un drammatico errore”.

Insomma se Alfano e buona parte del suo partito di un ritorno di Forza Italia nella maggioranza non vogliono neppur sentire parlare, è curioso notare invece come la posizione dell’ex ministro della Difesa sia vicina a quella di Pier Ferdinando Casini, proprio colui che insieme a Renzi suscitò l’ira di Mauro, dopo che l’esponente dei Popolari italiani fu sostituito nella commissione Affari costituzionali a giugno.

Il leader dell’Udc – che appare piuttosto atarassico sugli sviluppi della Costituente popolare, a differenza del segretario del partito Lorenzo Cesa, attivissimo su questo fronte – ha assunto in questi mesi un ruolo di ponte tra il premier e Berlusconi. Intervistato dall’Espresso in edicola domani, ha ammesso a riguardo: “Parlo con entrambi e credo sia giusto così”.

Viva la democraticità, certo, ma una domanda sorge spontanea: quale sarà la posizione della prossima “Costituente popolare” su Berlusconi?

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