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Cyber security, le relazioni fra Italia e Cina con Huawei

Erano oltre cento gli ospiti che il 10 dicembre hanno accettato l’invito dei cinesi di Huawei a festeggiare il decennale della presenza in Italia del colosso di Pechino specializzato nelle infrastrutture delle tlc. C’erano rappresentanti del governo, dirigenti dei ministeri, vertici delle aziende italiane della telefonia, esponenti della finanza cinese ma nessun rappresentante di gruppi americani. Solo un caso?

Per Palazzo Chigi c’era il capo dipartimento diplomatico Armando Varricchio, a rappresentare il dicastero dello Sviluppo retto da Federica Guidi spiccavano Vito Cozzoli e Rita Forsi, per il ministero dell’Interno c’era Eligio Iafrate, mentre tra i parlamentari c’era il leghista Giacomo Stucchi, presidente del Comitato parlamentare di vigilanza sui servizi di sicurezza.

Hanno accettato l’invito di Hiawei alcuni dei capi azienda delle tlc, e non solo. C’erano il presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania, il presidente del gruppo Poste Italiane, Luisa Todini, Romano Righetti per Wind e l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano.

Il vertice dell’ex monopolista non poteva mancare, d’altronde. Nelle scorse settimane l’intesa fra Telecom Italia e Huawei si è rafforzata. Il gruppo italiano e la società cinese leader nelle apparecchiature di rete e nelle infrastrutture per le tlc, il 14 novembre, presso l’headquarter di Huawei a Shenzhen, in Cina, hanno siglato un accordo di cooperazione della durata di tre anni per la realizzazione in Italia di un Business Innovation Center (BIC) con l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative e servizi di alta qualità per le aziende. Il centro, che avrà sede a Roma, dovrebbe richiedere un investimento complessivo – secondo quanto ha scritto il Sole 24 Ore – di 5-6 milioni di euro e sarà in sostanza un incubatore di servizi e soluzioni per la clientela consumer e business di Telecom Italia, sia per il segmento fisso che per quello mobile.

Ma le sintonie fra Telecom e Huawei risalgono ad anni fa. Come svelato agli inizi del 2012 dal quotidiano il Foglio, il consorzio Garr, l’associazione senza scopo di lucro che gestisce la rete italiana delle università e della ricerca, aggiudicò a Telecom Italia la gara vinta dal gruppo allora presieduto da Franco Bernabè che utilizzava, allora come oggi, la tecnologia di Huawei, sollevando per questo perplessità negli ambienti dei servizi.

Ai festeggiamenti del 10 dicembre ovviamente c’erano i rappresentanti dell’ambasciata cinese a Roma e due top manager di peso dei colossi della Cina: Bian Jidong (ceo di Bank of China), e Marco Rubinelli ai vertici del braccio europeo di China Industrial Bank.

Secondo l’Agi, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nell’occasione dei festeggiamenti ha sottolineato che “la sfida rappresentata dalla cybersecurity e’ un importante campo di collaborazione tra Italia e Cina”.



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