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Come e perché l’Italia intensifica l’azione anti-Isis

Prima quattro Tornado, che si sono aggiunti a due droni Predator e al tanker da rifornimento KC-767, poi anche una squadra di forze speciali. Si intensifica progressivamente l’impegno dell’Italia nella coalizione anti-Isis e, come annunciato dal Ministro della Difesa Roberta Pinotti, è in partenza per l’Irak anche un contingente con compiti di addestramento.

L’IMPEGNO ANTI-ISIS

Entro pochi giorni, i primi militari italiani saranno impegnati, nella regione curda, con compiti di addestramento assieme ad un nucleo di forze speciali. In tutto 280 unità (come annunciato dal ministro Pinotti in audizione alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato) che opereranno sul territorio iracheno. La mossa segue l’invio dei quattro Tornado, che si aggiunsero ai due droni Predator e al tanker da rifornimento KC-767. Un’accelerazione figlia anche delle analisi post G-20 di Brisbane, in cui si parlò anche di nuove leggi speciali nel Regno Unito per fermare il rientro dei jihadisti oltre che di un’azione ancor più mirata da parte delle forze statunitensi.

FORZE SPECIALI

Il governo italiano ha anche deciso di inviare sul nuovo fronte di guerra iracheno una squadra di forze speciali. Dovrebbero farne parte le unità d’élite della Task Force 45 appena rientrate dal fronte afgano. Quel team era composto da incursori di Marina del Comsubin, 9° reggimento d’assalto Col Moschin, 185° reggimento acquisizione obiettivi della Folgore, 17° stormo incursori dell’Aeronautica, Ranger alpini del 4° reggimento Monte Cervino, Gis dei Carabinieri. Si tratta di forze che dovranno spostarsi su mezzi specifici: elicotteri Ch47 e Nh90 e i blindati Lince.

LA MOBILITAZIONE ITALIANA

Ad oggi la mobilitazione italiana contro l’Isis può contare complessivamente su 500 soldati di cui 80 consiglieri militari, 200 istruttori e 220 uomini dell’Aeronautica; quanto ai mezzi ci sono i due droni Predator e quattro cacciabombardieri Tornado che secondo Pinotti, intervistata di recente dal Corriere della Sera, si limitano a “scoprire e identificare le forze ostili disperse sul territorio”; infine un’aerocisterna oltre ai mezzi terrestri. Come osservato da Defense News, i velivoli si troveranno presso la basa kuwaitiana Ahmed Al Jaber e saranno utilizzati solo per missioni di ricognizione a supporto della coalizione internazionale. Anche se i caccia sono attrezzati per possibili attacchi al suolo, al momento è escluso un loro impiego attivo. Lo sforzo italiano, come aveva già scritto Formiche.net, risulta essere in linea con la suddivisione dei compiti figlia del recente vertice Nato di Newport, durante il quale a Roma sono stati assegnati compiti di vigilanza e ricognizione.

IL TREND

Pinotti ha spiegato che nelle ultime settimane abbiamo assistito ai “primi positivi risultati nelle operazioni contro l’Isis, di cui è stata arrestata l’espansione territoriale. Le forze irachene hanno riconquistato alcune località strategiche da un punto di vista energetico”. Un panorama a cui l’Italia ha contributo e continuerà a farlo: “Oltre ai lotti di armi e munizioni, abbiamo consegnato sistemi controcarro tipo Folgore ed abbiamo schierato tutti gli assetti aerei, dal velivolo di rifornimento in volo, che ha fatto decine di sortite, al Predator ed ai Tornado, pienamente operativi. Questo dispositivo – ha ricordato Pinotti – è perfettamente idoneo a contribuire alle operazioni alleate: la sorveglianza e la ricognizione svolgono un ruolo strategico per scoprire ed identificare le forze ostili che si sono disperse sul terreno”.

GLI SVILUPPI

L’attenzione italiana per l’intero fronte Isis si è sviluppata due settimane fa anche in un incontro in Qatar tra il Ministro della Difesa Pinotti e i ministri della Difesa e degli Esteri, Hamad Bin Ali Al Attiyah e Khalid Bin Mohammed Al Attiyah.

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