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Poste, tutti gli inghippi e gli obiettivi del piano Caio

Le misure con cui il numero uno di Poste Italiane, Francesco Caio, conta di rimettere in sesto i bilanci del gruppo pubblico presieduto da Luisa Todini che si avvia verso la privatizzazione, hanno suscitato alcune perplessità, prima all’interno dell’Autorità garante per le comunicazioni, da cui è arrivato un parziale via libera sul piano industriale, poi nella Commissione europea che, rimarcando la natura obbligatoria del servizio universale, ha messo in dubbio la legittimità di alcuni elementi della strategia di Caio che prevede un rincaro delle tariffe e una parallela riduzione dei servizi.

IL VIA LIBERA DELL’AGCOM

Sì alla reintroduzione della posta ordinaria con consegna entro quattro giorni, ma non al prezzo di un euro a busta, semmai di 0,80 euro, con la possibilità di salire fino a 0,95 euro entro fine anno. E decisione rimandata per quanto riguarda il capitolo della posta prioritaria con consegna in un giorno al prezzo di 3 euro.
Sono queste le modifiche parziali richieste il 27 marzo scorso dal Garante per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) per il varo del piano di Poste per il quale l’Autorità ha deliberato l’avvio di due consultazioni pubbliche: una sulle nuove modalità di recapito degli invii postali a giorni alterni, l’altra sulle tariffe e gli standard di qualità del servizio postale universale di corrispondenza.

Il prezzo della prioritaria, che Poste chiede di portare a 3 euro, “sarà fissato nel rispetto dei principi di equità e ragionevolezza prevedendo strumenti di verifica della qualità, anche”, ha avvertito l’Autorità presieduta da Angelo Cardani, “attraverso un meccanismo di rimodulazione proporzionata verso il basso dei prezzi laddove dovesse essere riscontrato un degrado non occasionale della qualità con riferimento ai giorni di avvenuto recapito”.

La decisione definitiva, che giungerà al termine dei 30 giorni di consultazione pubblica sulle due delibere approvate sabato scorso, potrebbe avere un peso rilevante sui conti dell’azienda, che ha chiuso il 2014 con utili in calo del 79%.

LO STOP DELLA COMMISSIONE EUROPEA

La possibilità prevista dal piano di Caio che la posta venga consegnata a giorni alterni sul 25% del territorio nazionale, che equivale a 4.000 dei circa 8.000 comuni italiani, ha destato l’attenzione di Bruxelles: “Il servizio di posta universale – ha sottolineato la Commissione europea in una lettera indirizzata all’Agcom, come riporta oggi la Repubblica – garantisce una consegna all’abitazione o alla sede di ogni persona naturale o giuridica ogni giorno lavorativo”.

E poco importa – come ha sottolineato Caio la scorsa settimana in un’intervista al Sole 24 Ore – che la misura sia una conseguenza dell’avvento delle e-mail, che ha provocato alle Poste un calo dei ricavi di 300 milioni di euro. Trattasi di un obbligo, sottolinea Bruxelles, necessario “a garantire il diritto alla comunicazione tra cittadini e per assicurare la coesione sociale e territoriale in tutti i paesi dell’Unione”. Tale obbligo, si legge su Repubblica è stato “confermato nel 2008 quando le email avevano già impattato sul business postale”, e ad esso si può venir meno solo “in circostanze o situazioni geografiche eccezionali”, ha ricordato la Commissione.

COME FINIRA’?

Il piano di Poste potrebbe fermarsi dinanzi al rifiuto della Commissione europea che ha chiesto adesso all’Agcom di inviarle “una valutazione più dettagliata delle circostanze che potrebbero giustificare queste eccezioni”?
“Difficilmente tutto andrà liscio, con l’esecutivo comunitario che ha scritto chiaramente che se il servizio giornaliero non sarà ripristinato l’Italia, e dunque le Poste, andranno incontro a una procedura di infrazione europea per violazione della Direttiva sui Servizi Postali. Un intralcio difficilmente superabile per Caio, determinato a quotare le Poste entro il 2015”, ha scritto oggi Alberto D’Argenio su Repubblica.

LE PAROLE DI CAIO

Ma sulla riforma non si torna indietro. “La riforma del settore recapiti – ha spiegato Caio in un’intervista pubblicata lo scorso venerdì dal Sole 24 Ore -, è essenziale non solo per la privatizzazione, ma per la sostenibilità del business”.

Il motivo? “Il settore recapiti ha pesato sulla forte contrazione dei margini e dell’utile nel bilancio 2014 appena approvato. E questo perché cittadini e imprese usano sempre meno la corrispondenza”.

Risolto il nodo cruciale del piano, Caio potrà concentrarsi sulla quotazione in Borsa: “Confermiamo l’obiettivo di quotazione entro il 2015. L’azienda è pronta”, ha detto a Il Sole 24 ore l’ad di Poste Italiane.

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