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Immigrazione, come e dove fare la selezione dei rifugiati

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L’aumento del numero degli immigranti che attraversano in Mediterraneo deriva poi dalla destabilizzazione dell’Africa settentrionale, dovuta alle primavere arabe. Con esse, sono caduti gli accordi fra l’Europa e i regimi autoritari della regione. Essi consentivano agli europei di conservare la loro buona coscienza. Le carovane d’immigranti venivano respinte nel Sahara. Che fine facessero è facile da immaginare. Però, non si vedeva. Si poteva, quindi, fingere di ignorarla. La loro morte non turbava i cittadini europei. Consentiva loro di credere di essere un modello morale e istituzionale per il mondo. Dopo averne combinate di cotte e di crude per diversi secoli, si sono persuasi di essere diventati buoni. Oggi, si stanno ricredendo anche per la crescita di movimenti xenofobi e populisti. I governi non vogliono sfidarli. I loro interessi sono diversi. Dipendono dall’esposizione delle loro coste al flusso di emigranti e da fattori culturali e istituzionali, nonché dalla loro capacità di controllare le frontiere non solo con umanità, ma anche con efficienza.

Beninteso, incidenti avvenivano anche in passato. I machete del Ruanda avevano causato più morti delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Molti albanesi erano morti per raggiungere l’Italia. Nel 1996 erano affogate quasi 300 persone, dirette da Alessandria d’Egitto verso le coste italiane. Nessuno ci faceva però molto caso. Erano incidenti rari. Le opinioni pubbliche non erano sottoposte all’attuale bombardamento mediatico sull’arrivo di folle di immigrati e sui naufragi. L’Europa non conosceva l’attuale crisi economica e occupazionale.

Negli ultimi tempi è aumentato il numero di morti. Verosimilmente, gli scafisti sono a corto di barche e gommoni. Stivano gli aspiranti alla traversata come sardine. Usano anche barche appena in condizioni di navigare. Certamente, come sostiene il governo britannico, i soccorsi in mare in prossimità delle coste libiche, fatti con l’operazione Mare Nostrum, hanno costituito un incentivo. Occorre smetterla di parlare di poveri rifugiati che fuggono alla morte. La causa vera delle attuali ondate immigratorie sono le disparità demografiche. L’immigrazione negli USA dei latinos non è certo dovuta alle guerre.

Le opinioni pubbliche occidentali sono divise in due campi contrapposti. Una parte è indignata perché i governi non riescono a evitare che il Mediterraneo divenga un cimitero. Altri protestano per l’entità degli arrivi. I “buonisti” – tra cui i superpagati funzionari internazionali – non vogliono rinunciare a essere “buoni”. Sostengono che la massa di immigrati ha diritto allo status di rifugiato, poiché fuggirebbe dalle guerre e dalla morte. Avrebbe diritto all’accoglienza e alla solidarietà dei paesi d’arrivo. I “cattivi”, per scelta ideologica o per calcolo politico, sostengono che la massa degli immigrati è mossa da ragioni economiche. I soccorsi sono uno stimolo all’immigrazione. Nel mezzo, si collocano coloro che affermano che gli Stati europei abbiano il diritto di scegliere i propri immigrati, mentre quest’ultimi non hanno quello di scegliere il paese in cui recarsi.

Come e dove effettuare la selezione fra i rifugiati e gli “economici”? La si potrebbe fare solo nei Paesi di origine o in Africa settentrionale, con centri di valutazione e corridoi umanitari per i rifugiati. Tale sistema presuppone la collaborazione dei governi locali. Non esisterà, finché entrambi diventeranno stabili. “Campa cavallo che l’erba cresce!”. Saranno necessari decenni.

Nel frattempo, il problema è irrisolvibile. La pressione immigratoria s’intensificherà nel futuro e gli europei diventeranno sempre meno generosi e disponibili ad accogliere indiscriminatamente gli immigrati. Una politica comune sarebbe auspicabile. In caso contrario, salterà Schengen e l’Unione Europea sarà sempre più divisa.

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