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Tutti i colpi di calore sull’aria condizionata

È estate, fa caldo, anzi caldissimo; ogni giorno arriva Caronte che ci traghetta verso le sponde degli abissi abissini. Mi raccomando bisogna bere, mi raccomando bisogna mettere la crema, anche per uscire per strada, mi raccomando mettete un cappellino, mi raccomando bagnatevi la testa e i polsi e la faccia.

È l’estate più calda degli ultimi 100 anni, o forse degli ultimi 50 o forse solo dell’ultimo quarto di secolo. Ma dire cent’anni impressiona di più. E quella del 2002? Ah già. Anche quella è stata incredibilmente calda. Roba di colpi di sole, “incocciate”, svenimenti. Anche se i colpi di sole, quest’anno, sembra che se li sia presi l’aria condizionata.

LE ACCUSE

Da Washington dicono che anche l’aria condizionata sia diventata “sessista” perché “settata” su una temperatura ideale per uomini e non per le donne. L’accusa è curiosa, perché l’accusato è un oggetto di cui, proprio lì, negli Stati Uniti, si abusa parecchio. Quindi le accuse sono due: la prima (di matrice europea) è che gli americani siano aria-condizionata-dipendenti. La seconda è che, sempre oltreoceano, l’aria condizionata favoreggi gli uomini e quindi sia sessista.

GLI ABUSI (E GLI USI)

PERCHÉ GLI AMERICANI USANO PIÙ’ ARIA CONDIZIONATA?

Secondo un articolo  pubblicato dal Washington Post, gli europei pensano che l’amore degli americani verso l’aria condizionata sia “stupido”. Ma, a quanto pare, l’accusa va avanti da parecchio: nel 1992 il docente Gwyn Prins dell’università di Cambridge definì l’affezione degli statunitensi per l’aria condizionata come “un’epidemia pervasiva e inconsapevole”. E secondo l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA) sta diventando sempre peggio: la richiesta di aria condizionata è sempre aumentata negli ultimi dieci anni.

Rick Noack, autore dell’articolo, ha provato a dare delle spiegazioni al perché l’87% degli americani possiede condizionatori: da quelle geografiche (il Nord Europa è più fresco di molte regioni degli Stati Uniti), a quelle di “usi e costumi” (gli europei sono abituati a vivere senza aria condizionata perché sono cresciuti senza. Si, va bene, ma le giovani generazioni?), a quelle sull’ignoranza (sul Vecchio continente si è più consapevoli e attenti ai rischi provocati dal riscaldamento globale) a quelle architettoniche (negli Usa scarseggiano i balconi). Tutto, più o meno, vero, ma una spiegazione chiara  non viene data. Forse perché non esiste.

PERCHÉ L’ARIA CONDIZIONATA È SESSISTA?

Uomini e donne hanno metabolismi differenti. Quello dell’uomo corre di più, quello delle donne è più lento. Quindi gli uomini, tendenzialmente, soffrono più il caldo e meno il freddo, mentre le donne il contrario. Uno studio dell’Università di Maastricht in Olanda, ripreso da Alexandra Petri, una giornalista del Washington Post, studia questo fatto in relazione all’aria condizionata. Il risultato è il seguente: la maggior parte dei sistemi di climatizzazione nei posti di lavoro è impostata basandosi sul consumo energetico a riposo di un quarantenne, che è il 30% più veloce di quello femminile. Così se gli uomini stanno freschi, e bene, in ufficio, le colleghe avrebbero bisogno che la temperatura si alzasse di 4 gradi per non sentire freddo. E per scaldarsi indossano cardigan e pashmine in piena estate. Ma c’è chi difende i condizionatori tarati al maschile ripiegando sulla vestizione: gli uomini, anche d’estate, sono costretti al completo, le donne no, si possono scoprire e allora hanno freddo.

Ma se le donne si possono scoprire e gli uomini no, perché bisogna aumentare la temperatura dell’aria condizionata?

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