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Banca Etruria, la Leopolda e Renzi. Parla Maria Elena Boschi

I dossier più caldi a cominciare dalle conseguenze del salvataggio delle quattro banche popolari (Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria, CariFerrara e CariChieti), le principali sfide politiche dalla riforma costituzionale all’Italicum, l’esperienza di Governo e i rapporti con Matteo Renzi. Oggi a Firenze inizia la Leopolda, un appuntamento a cui Maria Elena Boschi si è preparata con un minitour romano tra convegni ed eventi nel corso dei quali ha parlato a ruota libera. Ieri il ministro ha prima discusso di riforme con Roberto Napoletano e Roberto D’Alimonte (qui le foto, compreso uno scherzoso ma significativo siparietto con Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore) e poi ha presentato l’ultimo libro di Bruno VespaDonne d’Italia” in compagnia di Samantha Cristoforetti (peraltro oggi l’astronauta ha festeggiato a Roma i 50 anni della rivista Airpress). Mercoledì invece Boschi aveva partecipato al lancio del libro scritto dalla deputata di Area Popolare Dorina Bianchi (qui il resoconto dell’incontro e qui le foto).

(PIZZI ESTASIATO DA MARIA ELENA BOSCHI. LE FOTO)

PAPA’ BOSCHI E LE POPOLARI SALVATE

Accanto a Vespa, Boschi ha esordito parlando della vicenda più spinosa, il salvataggio da parte del Governo delle quattro banche e, soprattutto, di quella dell’Etruria dove suo padre Pier Luigi è stato vicepresidente per otto mesi. Palazzo Chigi “ha fatto quel che riteneva giusto e che poteva fare. Ha commissariato la banca in cui per otto mesi è stato vicepresidente mio padre. Quindi, non ci sono stati favoritismi né leggi personali”. Poi Boschi è entrata più nel personale: “Mio padre è una persona perbene, è finito all’attenzione delle cronache perché è mio padre e non per quello che ha fatto. Se sento del disagio è verso di lui e la mia famiglia”.

(BOSCHI, D’ALIMONTE E NAPOLETANO PARLANO DI RENZI E ITALICUM. LE FOTO)

LE RAGIONI DEL SALVATAGGIO

Dal punto di vista politico Boschi ha detto di non provare alcun disagio, anzi ha rivendicato la scelta del Governo di non restare a guardare. L’intervento – ha sottolineato il ministro – ha consentito che quattro banche non chiudessero e che i correntisti non perdessero i loro soldi. Boschi ha poi aggiunto che gli istituti di credito – grazie all’intervento dell’esecutivo – continueranno comunque ad avere un futuro, seppur ridimensionato rispetto al passato.

(PIZZI ESTASIATO DA MARIA ELENA BOSCHI. LE FOTO)

E GLI OBBLIGAZIONISTI?

A questo punto, il fondamentale nodo da sciogliere riguarda le persone che avevano sottoscritto obbligazioni subordinate con le quattro banche. Il valore di questi strumenti finanziari è stato azzerato dall’intervento di salvataggio che di fatto – nel tutelare i correntisti – è andato però a colpire migliaia di altri risparmiatori, anche piccoli. Sulla questione il ministro ha detto che il Governo sta cercando una soluzione da mettere in campo già con la legge di stabilità. “Un intervento ulteriore con il carattere della solidarietà per ridurre il peso della situazione che si è creata e per andare incontro agli obbligazionisti. Dobbiamo capire quanto intervenire a livello pubblico e quanto con soluzioni alternative”.

(BOSCHI, D’ALIMONTE E NAPOLETANO PARLANO DI RENZI E ITALICUM. LE FOTO)

LE SFIDE DA VINCERE

Alla domanda su quali siano le principali sfide da vincere – per il Governo e per il sistema Paese – Boschi non ha avuto dubbi nell’indicare due riforme. Innanzitutto quella costituzionale, rispetto alla quale – nonostante non sia ancora esaurito l’iter parlamentare – è in pratica già cominciata la corsa verso il referendum del prossimo anno, da tutti i punti di vista l’obiettivo politico numero uno del Governo di Matteo Renzi. L’altra – di natura diversa ma altrettanto importante secondo il ministro – è l’attuazione della riforma della pubblica amministrazione, ritenuta un’essenziale battaglia da fare per sbloccare l’economia italiana.

(PIZZI ESTASIATO DA MARIA ELENA BOSCHI. LE FOTO)

ORGOGLIO ITALICUM

Con Napoletano e D’Alimonte Boschi è tornata anche sull’Italicum ribadendo le ragioni che hanno portato alla sua approvazione. “Non abbiamo seguito alcun calcolo di convenienza” ha precisato subito il ministro. A supporto della sua tesi, Boschi ha citato anche i sondaggi che in un eventuale ballottaggio prefigurerebbero un testa a testa tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. In passato – ha osservato – si è agito guardando le urne e i sondaggi, con la conseguenza di varare leggi elettorali non funzionanti o incostituzionali come nel caso del porcellum. Proprio per questo – ha rivendicato – “il nostro Governo ha scelto di cambiare la legge elettorale molto prima del voto”.

(BOSCHI, D’ALIMONTE E NAPOLETANO PARLANO DI RENZI E ITALICUM. LE FOTO)

OBIETTIVO 2018

In entrambe le iniziative di ieri, Boschi è sembrata ragionare con un’ottica di lungo termine incompatibile con un ritorno alle urne prima della scadenza naturale della legislatura. E così – in più di un’occasione – ha dichiarato che le prossime elezioni politiche si svolgeranno nel 2018, dando quasi per scontato che non ci siano alternative. Sulle elezioni nei comuni in programma in primavera, ha poi aggiunto che “un conto sono le amministrative e un altro conto le politiche”. Un modo per rispondere a chi dall’opposizione afferma che le due tornate elettorali siano invece collegate e che in caso di sconfitta il Governo dovrebbe fare un passo indietro.

(PIZZI ESTASIATO DA MARIA ELENA BOSCHI. LE FOTO)

MARIA ELENA E RENZI

Di grande sintonia il rapporto con Renzi di cui è apparsa come il vero braccio destro e non come un semplice ministro della sua squadra di Governo. “Le decisioni le prendiamo insieme. Magari a volte si discute ma la scelta finale è sempre condivisa”. Una condivisione che si estende inevitabilmente anche alla strategia da seguire nei confronti dei gruppi parlamentari, una delle principali competenze di Boschi, ministro per le riforme costituzionali e, appunto, per i rapporti con il Parlamento. “Bisogna essere consapevoli dei limiti che esistono nella trattativa politica. E’ complicato soprattutto quando si parla con la maggioranza ma è necessario saper dire di no”.

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