Skip to main content

Salvini abbandoni il sogno di una Lega nazionale. Parla il leghista Pini

C’è chi preannuncia sfracelli al consiglio federale leghista di oggi, quando i maggiorenti del Carroccio si riuniranno nella sede di via Bellerio a Milano per analizzare l’esito delle elezioni amministrative. Umberto Bossi ci ha messo del suo nel caricare di attese l’appuntamento, dipinto da alcuni osservatori come la resa dei conti finale tra Matteo Salvini e chi lo accusa di aver snaturato il partito con il progetto della Lega nazionale dimenticandosi del Nord. Tra questi c’è proprio il fondatore che ormai non perde occasione per attaccare il segretario federale. Poi ci sono le richieste di tornare al partito del “Prima il Nord” avanzate dal segretario lombardo Paolo Grimoldi e fatte proprie dal governatore Roberto Maroni. Mentre in Veneto Luca Zaia continua a macinare consensi costruendosi una Liga a sua immagine e somiglianza. E Salvini? Lui non ci sta a farsi dare del perdente, soprattutto da chi gli ha lasciato il partito al 3%; motivo per cui ieri ha diramato una nota in cui elenca tutti i successi ottenuti alle amministrative per rispondere a chi gli imputa la sconfitta di Varese e il magro risultato di Milano.

“LA LEGA E’ IN BUONA SALUTE”

Gianluca Pini, deputato romagnolo, affida a Formiche.net le sue valutazioni. “La Lega è in buona salute – dice -, magari si è presa qualche raffreddore nei punti in cui si è scoperta, ma è di gran lunga la formazione politica più in salute dell’intero centrodestra. Ha avuto problemi di stanchezza in alcune realtà dove governava da tanto tempo, dove magari qualcuno si era un po’ seduto o comunque riteneva che la vittoria fosse un dato già acquisito. Ma parliamo di un 10% dei casi”. Fa bene dunque Salvini a difendere i buoni risultati del Carroccio.

MEGLIO TORNARE A “PRIMA IL NORD”

Detto questo, Pini è convinto che sia arrivato il momento di fare qualche ragionamento politico. A partire da quanto sostenuto dal segretario lombardo che su Facebook ha invocato un ritorno alle ragioni del Nord. “L’intervento di Grimoldi è legittimo e costruttivo – commenta Pini -, siamo tutti sulla stessa macchina e nessuno spara alle gomme; Grimoldi sta dicendo che forse è meglio prendere una strada diversa rispetto a quella tortuosa che si è tentata in questa fase”. La strada tortuosa secondo Pini è “il progetto della Lega nazionale che dai primi risultati non pare aver pagato in termini di consensi laddove si è cercato di sfondare, mentre ha creato un po’ di mal di pancia dove c’erano le roccaforti”. “E’ un problema di comunicazione? Di offerta politica?” si chiede il deputato. “Ragioniamoci insieme e vediamo se è il caso di continuare su questa strada o meno. Ma non parliamo di resa dei conti, non c’è nulla di tutto questo”. Il consiglio federale di domani, continua, “sarà sicuramente vivace, e se non lo fosse significherebbe che il nostro movimento è morto. Ma ne usciremo con una linea comune”.

RIPARTIRE DAL MODELLO LOMBARDO E VENETO

Pini non nega le frizioni – “è chiaro che ci possono essere” – ma si dice convinto che “non ci sono le condizioni per le spaccature di cui qualcuno parla”. Secondo il vicecapogruppo del Carroccio alla Camera “dobbiamo soltanto stabilizzare l’offerta politica, non rivederla del tutto. Dobbiamo riportarla ai modelli virtuosi come quello lombardo e veneto, e pure quello ligure. Ecco, l’offerta politica va stabilizzata in quella direzione”. E’ questa la linea che Pini proporrà al federale di domani. “Come ha detto Grimoldi, la Lega deve continuare a essere il sindacato dei suoi territori, delle partite Iva, della classe produttiva e operaia del Nord, lasciando a qualcun altro, magari a Fitto o ad altri (ma non credo alla Meloni) il compito di svolgere lo stesso ruolo al Sud.
Per quanto riguarda le sparate contro Salvini del senatùr Bossi, Pini la vede così: “Bossi deve comprendere che ci possono visioni diverse dalla sua strategia, ma che magari sarebbe opportuno discuterne in consiglio federale senza regalare qualche momento di goduria mediatica agli avversari”.

LEADERSHIP DEL CENTRODESTRA? DISCUTIAMONE PIU’ AVANTI

L’importante è che “in questa fase nessuno faccia fughe in avanti nell’intestarsi la leadership del centrodestra, men che meno Berlusconi. Prima richiamiamoci ai modelli virtuosi del lombardo-veneto, ricostruiamo la base valoriale comune della coalizione, poi a ridosso delle elezioni politiche, quindi non prima di un anno, apriamo il discorso sul candidato premier. Ma non ci deve essere fretta su questo – avverte Pini – servono buon senso e piedi per terra, ognuno ragioni a casa sua dove ha peccato di superficialità”.
Un altro modello da seguire è quello che lo stesso Pini ha sperimentato in prima persona a Ravenna, dove la coalizione di centrodestra al traino del candidato civico Massimiliano Alberghini (e con il Carroccio come azionista di maggioranza) ha fatto tremare il Pd nella sua roccaforte portandolo al ballottaggio e mancando di poco la vittoria. “Nel momento in cui si fa un’offerta politica credibile e non si litiga, diventa più semplice superare anche le mode del momento, come quella di votare i 5 Stelle perché sono nuovi e li vogliamo provare”.

BATTAGLIA UNITARIA CONTRO IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Il primo banco di prova per “stabilizzare l’offerta politica del centrodestra”, “rimettere insieme la coalizione” e “ripartire dai modelli virtuosi” potrebbe essere il referendum costituzionale di ottobre. “La battaglia referendaria deve cementificare il centrodestra – conclude Pini -; spero non si compia un grave errore, quello di costituire tanti diversi comitati del No. Bisogna che ce ne sia uno solo, unitario, e che si muova in maniera compatta”.

(Nella foto tratta da Facebook, Pini con Salvini in un tour in Romagna)

×

Iscriviti alla newsletter