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Tutti i dettagli sulla proroga dell’operazione Sophia nel Mediterraneo

libia,

«Un passo avanti» lo definisce il ministro Paolo Gentiloni. Nell’infinita lotta ai traffici illeciti che prevede anche il controllo delle coste libiche, i ministri degli Esteri dell’Unione europea riuniti a Lussemburgo hanno approvato, come previsto, la proroga fino al 27 luglio 2017 dell’operazione Eunavfor Med, altrimenti detta Sophia, cominciata lo scorso anno contro i trafficanti di esseri umani di fronte alla Libia.

Il nuovo mandato prevede anche l’addestramento della guardia costiera e della Marina libiche e il controllo del rispetto dell’embargo delle armi in acque internazionali, come formalmente richiesto circa un mese fa dal premier libico riconosciuto dall’Onu Fayez al Serraj e come approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione 2292. La decisione è arrivata nelle ore in cui si celebrava la Giornata mondiale del rifugiato: mentre la Croce rossa italiana parla di 3.000 morti nel Mediterraneo dall’inizio del 2016, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è tornato a chiedere un «impegno autenticamente corale della comunità internazionale, a partire dall’Unione europea» nell’affrontare il dramma immigrazione.

Il comandante della missione, ammiraglio Enrico Credendino, ha spiegato che si procederà in tre fasi. Alla prima parteciperà un primo gruppo di 100 persone, selezionate dal governo di unità nazionale libico per un addestramento di base della durata di 14 settimane a bordo di una nave della missione Sophia in acque internazionali. La seconda fase prevede l’addestramento a terra, in «un paese membro o in un paese terzo» senza escludere la possibilità di operare anche in Libia, mentre nella terza fase si passerà all’addestramento a bordo di mezzi libici. E’ possibile che, una volta completate le prime due fasi, l’Italia sblocchi la consegna delle 10 motovedette bloccata nel 2011 (da allora 6 sono ferme in Tunisia). L’estensione del mandato consentirà anche di ampliare le operazioni a Est di Derna e dunque, pur restando al di fuori delle 12 miglia delle acque territoriali, la missione coprirà tutta la costa libica.

Un momento decisivo ci sarà ai primi di luglio con la conferenza per la «force generation», ovvero la messa a disposizione dei mezzi necessari. Attualmente la missione ha 5 navi e 3 fra aerei ed elicotteri. L’assetto a pieno regime dovrebbe avere una dotazione di 7 fregate oltre alla nave comando (nei mesi scorsi la portaerei Cavour, ammiraglia della Marina italiana, alla quale da poche settimane è subentrato l’incrociatore portaeromobili Garibaldi). Bisognerà inoltre definire le procedure da applicare agli arrestati e il porto base dell’operazione. Lanciata il 22 giugno 2015 e passata alla fase operativa a ottobre 2015, l’Operazione Sophia finora ha salvato quasi 16 mila vite, portato all’arresto di 71 sospetti trafficanti e neutralizzato 139 barche esercitando un «effetto deterrenza» sugli scafisti che ora trovano molte difficoltà nell’operare in acque internazionali.

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