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Parigi, auto piena di bombole di gas ritrovata vicino a Notre Dame. Tutti i dettagli

Una Peugeot 607 contenente almeno sei bombole di gas è stata scoperta nella notte tra sabato e domenica nei pressi della cattedrale di Notre Dame a Parigi. Il rinvenimento è stato reso noto soltanto oggi mercoledì 7 settembre: l’auto si trovava sul Quai de Montebello, nel quinto arrondissement, a pochi metri dalla basilica di Notre Dame.

L’Antiterrorismo ha precisato che il veicolo non aveva targa e che le bombole non erano collegate a detonatori, ma la circostanza induce sospetti e aumenta il livello d’allarme in Francia, paese colpito già più volte dalla violenza del terrorismo.

Cinque persone sono state fermate nell’ambito delle indagini secondo il Figaro, anche se già in quattro sono stati rimessi in libertà. Le identità non sono state rese note, ma la stampa francese dice che ci sarebbe almeno una persona schedata come jihadista integralista, a rischio terrorismo; sigla S, come le autorità classificano certi soggetti. Una diciannovenne è “altamente ricercata”, secondo le autorità. Una coppia che ne avrebbe aiutato la fuga è in stato di fermo nel sud della Francia.

L’auto parcheggiata sul Lungosenna, non lontano dal principale commissariato di polizia del centro, era intestata al padre della ragazza, che è stata interrogato e ha confessato le volontà della giovane di andare in Siria. La Peugeot aveva l’aspetto di un’auto abbandonata ma la vicenda, nel clima di stato d’emergenza per gli attentati terroristici, viene trattata “con la massima attenzione” dalla Procura, spiegano le fonti dell’Ansa.

Qualche mese fa, Patrick Calvar, direttore generale del Dgsi, l’intelligence interna, si era detto “persuaso” che l’Isis “passerà alla fase delle auto bomba e degli ordigni esplosivi”. La scorsa settimana la CNN ha pubblicato i risultati di un’inchiesta basata su migliaia di pagine di documenti processuali francesi nei quali si parla di un piano più ambizioso e complesso di quello “del Bataclan” per colpire l’Europa. Ad ordirlo la struttura dedicata della Stato islamico che è stata sotto il controllo progettuale di Abu Mohammed al Adnani, il portavoce e capo delle operazioni estere dell’IS ucciso pochi giorni fa.

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