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Tutte le nuove norme (più rigorose) di Papa Francesco per valutare i miracoli

La Santa Sede mette ordine nella complessa e assai delicata procedura che porta all’esame della consulta medica della Congregazione per le cause dei santi i presunti miracoli che, se accertati, permettono di continuare l’iter per le canonizzazioni. Il nuovo regolamento, approvato (su mandato del Papa) dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, è stato pubblicato venerdì. Il documento consta di venti articoli e reca in calce la firma del prefetto del dicastero, il cardinale Angelo Amato.

LE FINALITA’ DEL REGOLAMENTO

E’ il segretario della congregazione, mons. Marcello Bartolucci, a delineare le novità. “La finalità del regolamento – scrive il prelato – non può essere che il bene delle cause, che non possono mai prescindere dalla verità storica e scientifica degli asseriti miracoli. Come è necessario che le prove giuridiche siano complete, convergenti ed affidabili, così è necessario che il loro studio sia effettuato con serenità, obiettività e sicura competenza da parte di periti medici altamente specializzati e, poi, ad un livello diverso, dal Congresso dei consultori teologi e dalla Sessione dei cardinali e vescovi per arrivare, infine, alla determinante approvazione del Santo Padre, che ha l’esclusiva competenza di riconoscere un evento straordinario come vero miracolo”.

LE NUOVE MAGGIORANZE QUALIFICATE

A cambiare, in particolare, sono le maggioranze necessarie per l’approvazione del miracolo, con l’introduzione di una nuova “maggioranza qualificata per procedere ad ulteriora nell’esame di un presunto miracolo” che viene fissata ad “almeno 5/7 oppure 4/6” dei componenti la consulta. Inoltre, d’ora in poi il caso in specie non potrà essere riesaminato più di tre volte, e quando vi fosse la necessità di procedere a un riesame, “si richiede una consulta con nuovi membri”.

TRASPARENZA FINANZIARIA

Massima trasparenza anche sul fronte economico, visto che si dispone che “i compensi ai periti saranno corrisposti solo tramite bonifico bancario”. Il presidente della Consulta potrà essere riconfermato nell’incarico solo una volta, e cioè non più di dieci anni. Altri aggiustamenti apportati riguardano la lingua e le procedure.

LE NORME PRECEDENTI

La cornice è quella del precedente regolamento, che fu approvato da Paolo VI quarant’anni fa e i lavori per la stesura delle nuove norme sono iniziati nel settembre del 2015, quando fu costituita una commissione composta da sette officiali e presieduta dallo stesso Bartolucci. Dopo un anno e mezzo, lo socio giugno è stato presentato al Congresso ordinario della congregazione la bozza del testo, approvato “con qualche limatura”. La Consulta medica era stata istituita – sotto forma di “commissione medica” – da Pio XII nel 1948, per poi divenire consulta sotto Giovanni XXIII. Il primo regolamento risale al 1959.

CANONIZZAZIONI PIU’ DIFFICILI?

Benché la revisione del regolamento corrisponda a un atto dovuto, e cioè alla necessità di aggiornare a nuovi parametri e condizioni la cornice normativa, diversi osservatori leggono nell’innovazione la garanzia di un più scrupoloso esame delle cause e quindi, conseguentemente, dell’iter d’approvazione dei presunti miracoli. Indicativo, in ciò, è la quota di maggioranza qualificata prevista, che sale notevolmente e che fa sì che gli esperti debbano essere pressoché unanimi nel dare il via libera all’oggetto in esame. Se però da ciò deriverà un freno al numero delle canonizzazioni, è impossibile dirlo. Francesco, rispetto al predecessore, si è mostrato più flessibile nel dare il benestare a canonizzazioni anche senza miracolo accertato. Il caso emblematico è quello di Giovanni XXIII, dichiarato santo “pro gratia”, e cioè senza miracolo (che però era stato acclarato nella procedura di beatificazione). Diverse osservazioni erano state fatte durante il pontificato di Giovanni Paolo II, con la cosiddetta “fabbrica dei santi” che portò agli onori degli altari dal 1978 al 2005 ben 482 santi, numero da più parti giudicato forse troppo elevato.

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