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Leonardo-Finmeccanica, come si muove Moretti tra Viareggio e Raytheon

finmeccanica, Mauro Moretti

La condanna per l’incidente ferroviario di Viareggio, la fine dell’intesa con gli americani di Raytheon a soli due mesi dalla gara per l’Aeronautica militare statunitense e il sostegno dei vertici della Confindustria presieduta da Vincenzo Boccia. Sono queste le novità emerse negli ultimi giorni per Mauro Moretti, attuale amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, ex Finmeccanica.

LA CONDANNA

La sentenza di primo grado che ha condannato Moretti, ex ad di Fs e Rfi, al processo per la strage di Viareggio in cui persero la vita 32 persone nel giugno del 2009 risale a martedì scorso, 31 gennaio. Moretti, hanno spiegato i suoi avvocati, è stato assolto come ad delle Ferrovie, ma condannato in qualità di ex amministratore delegato di Rfi. Ma la sentenza, secondo le prime indiscrezioni, non sembra destinata a produrre effetti sulla sua permanenza, e su una sua eventuale ricandidabilità, ai vertici del gruppo dell’Aerospazio e della Difesa: “Secondo il Testo unico in materia di intermediazione finanziaria, che richiama il regolamento del ministero della Giustizia 162 del 2000, solo le sentenze irrevocabili ledono i requisiti di onorabilità pregiudicando lo svolgimento delle «funzioni di amministrazione e direzione”, ha scritto la giornalista Antonella Baccaro del Corriere della Sera. Tra l’altro la giornalista del Corsera ricorda che alcune società quotate, come Leonardo, non hanno adottato il regolamento etico emanato nel 2013 dall’allora ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni, che considera una condanna in primo grado per taluni reati causa d’ineleggibilità e decadenza.

PERCHÉ NON SI È DIMESSO

Piena fiducia è stata confermata all’unanimità a Moretti dal consiglio di amministrazione di Leonardo-Finmeccanica, che ha dichiarato di aver “verificato che permangono in capo all’ad tutti i requisiti previsti dalla vigente disciplina, nonché la piena capacità di esercitare le prerogative connesse all’ufficio di organo delegato”, si legge in una nota del gruppo che si basa su tre differenti pareri di professionisti che hanno certificato che la sentenza per reato colposo non definitiva non inficia neppure la possibilità di partecipare a gare in altre giurisdizioni esaminate. La stessa analisi ha inoltre confermato i requisiti di onorabilità previsti dal Tuif (Testo unico in materia di intermediazione finanziaria) poiché le imputazioni a carico di Moretti non riguardano peraltro i reati elencati nel relativo decreto 162 del 2000.

LA DIFESA DI BOCCIA

Sulla vicenda ha espresso la sua opinione il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, augurandosi che l’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica “possa dimostrare la sua estraneità in appello alla strage di Viareggio del 2009, causata dal deragliamento di un vagone che trasportava gpl”.
Parlando a margine della presentazione della fiera Milano Unica Boccia ha definito Moretti come “un grande manager” ed ha sottolineato come, a seguito della condanna di primo grado a 7 anni di carcere, non avendo ancora letto la sentenza “ogni riflessione oggi può avere aspetti critici. Comunque – ha aggiunto – mi sembra un po’ eccessivo dare la responsabilità solo ai vertici prescindendo dagli altri soggetti che sono coinvolti nella vicenda”.

IL DIVORZIO CON RAYTHEON

Il primo mese dell’anno ha segnato per Moretti anche la rottura dell’alleanza tra Leonardo e l’americana Raytheon per partecipare alla gara “T-X” negli Stati Uniti per 350 aerei addestratori per l’aeronautica militare. Raytheon e Leonardo-Finmeccanica hanno deciso che “non proseguiranno congiuntamente” il progetto, si legge in un un breve comunicato stampa diffuso dalle società in cui si spiega che la decisione è dovuta al fatto che le “due aziende non sono state in grado di raggiungere un’intesa commerciale che potesse essere valutata” dall’aviazione americana. L’offerta congiunta prevedeva, oltre all’aereo, anche simulatori, sistemi didattici e aule informatizzate per preparare la prossima generazione di piloti.

I problemi tra la ditta italiana e il socio di programma americano erano già iniziati ad ottobre del 2016, quando toccò decidere sul controllo del progetto. Alla fine la decisione fu di operare l’assemblaggio finale e la linea di controllo nello stabilimento di Forest, in Mississippi. Il montaggio strutturale sarebbe avvenuto invece in Italia, ma circa il 70 per cento del lavoro sarebbe stato americano, con una stima di 900 nuovi posti di lavoro.

LE MOTIVAZIONI

La ragione della fine della collaborazione tra il colosso italiano e l’azienda americana potrebbe essere legata alla “non uniformità di vedute sui costi e sul prezzo, da ciò che ha spiegato l’azienda statunitense”, ha spiegato  Guido Crosetto, presidente della Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad) intervistato da Airpress. Raytheon avrebbe deciso di abbandonare giudicando troppo elevato il prezzo del velivolo proposto da Leonardo, prime contractor di un’offerta cui partecipano anche CAE USA e Honeywell Aerospace. Certo, “a due mesi dalla gara, la decisione repentina e improvvisa di Raytheon mostra un atteggiamento superficiale e non da grande azienda qual è”.

Eppure, “la motivazione del prezzo è stata pretestuosa perché i prezzi sono in linea con quelli americani”, ha detto il presidente dell’Aiad. Il problema del costo sollevato da Raytheon non dà la corretta interpretazione dell’offerta di Leonardo. Il prezzo del T-100, “è più alto di quello dei concorrenti, ma l’M-346 costa di più perché è una cosa completamente diversa”, ha spiegato Crosetto.  “Il problema non è se è caro, ma cosa può fare rispetto ad altri velivoli che non fanno le stesse cose e che non sono addestratori dello stesso livello per l’F-35”. “Non penso ne esista un altro migliore con le stesse caratteristiche; a dirlo sono gli stessi piloti americani”, ha ribadito.

L’ipotesi del prezzo del velivolo convince anche altri. “Raytheon voleva tagliarlo “dal 25 al 30 per cento”, hanno sostenuto Fonti italiane contattate da Defense News. Ma Leonardo non poteva raggiungere quel livello ribasso, e per questo la partnership, in piedi dal febbraio scorso, è saltata.

LA GARA CONTINUA

Defense News ha scritto che ci si aspetta che l’Air Force chiuderà il contratto con “un singolo fornitore” e lo farà entro quest’anno. In ballo ci sono anche gli altri quattro progetti presentati. Uno è stato presentato da Boeing e Saab, e un’altro dalla Lockheed Martin insieme alla KAI (Korean Aerospace Industries). Poi c’è quello della Northrop Grumman e BAE Systems, e ancora un altro in studio da Sierra Nevada Corporation e Turkish Aerospace Industries.

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