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Ecco perché il ritorno dei voucher è cosa buona e giusta

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Scricchiolii nella maggioranza dopo che dal Pd (ci sono tuttavia dispareri all’interno del partito) è scaturita la proposta di reintrodurre – sia pure in ambiti applicativi più limitati – i famigerati voucher (ritenuti dalla sinistra politica e sindacale l’emblema di una moderna forma di schiavismo) nella “manovrina” in corso di conversione. È forte in tal senso la pressione di talune categorie economiche (agricoltura, turismo, ecc.) e delle famiglie per ritornare ad una modalità di retribuzione del lavoro occasionale e accessorio che sia nello stesso tempo legale, semplice e pratica. Persino qualche grande quotidiano se ne è accorto: la strage dei voucher non ha un’occupazione più stabile, ma solo meno lavoro.

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Dalla “Zattera della Medusa” in cui imbarcati gli speranzosi bersaniandalemiani minacciano di non votare l’eventuale di fiducia se il Governo Gentiloni subirà il ricatto di ripristinare gli odiati buoni. Il Conte/Presidente si sta agitando perché teme che la questione dei voucher possa diventare un casus belli per la crisi e le elezioni anticipate. Pare che abbia voluto rassicurare il capogruppo dell’Articolo 1 promettendo un suo diretto intervento di mediazione. Ma che il problema dei voucher possa avere un peso significativo (in un senso o in un altro) nella campagna elettorale, influenzandone l’esito, per ora rimane una vaga chimera.

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L’ex Lìder Maximo ha dichiarato che è meglio ottenere nelle urne solo il 3% che restare nello stesso partito di Matteo Renzi. D’Alema è cresciuto nel Pci fin da bambino, è stato segretario del Pds, presidente del Consiglio e ministro. Eppure, ormai alla soglia dei 70 anni, non ha resistito alla tentazione di un’esperienza “gruppettara”.

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In un recente trasmissione televisiva è comparsa, su segnalazione di Carmelo Barbagallo, una foto che lo ritrae mentre stringe la mano ad Angela Merkel. La verità è che la premier tedesca è una persona cortese e di animo buono. Le avevano spiegato che era previsto un incontro con un profugo sbarcato da pochi giorni in Sicilia a bordo di una carretta del mare. A vedere avvicinarsi il segretario della Uil lo aveva scambiato per il migrante con cui aveva appuntamento.

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Della lite con Matteo Salvini a “Dimartedì” i social hanno scritto, di me, tutto quanto può essere ricondotto ad un insulto cocente. Con grande stupore da parte mia da giorni mi capita, invece, di incontrare persone normali (al supermercato, in trattoria o per strada) che mi fanno i complimenti per aver messo a posto un maleducato. A prova del fatto che la gente è migliore e più assennata di coloro che pretendono di rappresentarla.

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