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Così la Cina vuole conquistare l’Europa. E sul turismo…

Xi Jinping, cina

Il 2018 sarà l’anno della svolta per le relazioni diplomatiche fra Unione Europea e Cina? Ne sembra convinto l’ambasciatore cinese a Bruxelles Zhang Ming, che in un’intervista all’agenzia Xinhua ha voluto salutare il nuovo anno sottolineando “il buon momento delle relazioni fra Cina e UE”, dicendosi soddisfatto del loro “progresso stabile, caratterizzato da un aumento della cooperazione su diversi fronti e un miglioramento della comprensione reciproca”.

L’ambasciatore ha fatto ritorno a Bruxelles questa domenica da Pechino, dove ha preso parte ad una conferenza dei diplomatici con il presidente Xi Jinping. “Un discorso entusiasmante ed edificante”, commenta il diplomatico, “come sempre quello del Segretario Generale Xi è un messaggio visionario e ispiratore”. Zhang si dice ottimista per un “promettente 2018” che dia avvio a un nuovo corso della diplomazia cinese, sulla scia della “nuova era” del socialismo inaugurata con il XIX Congresso del Partito Comunista di Cina (PCC).

Dietro l’ottimismo di Zhang c’è forse la consapevolezza di un anno, il 2017, che ha visto una crescita esponenziale del commercio cinese nel Vecchio Continente. I dati della dogana cinese confermano l’Europa come il più grande partner commerciale di Pechino, mentre la Cina figura al secondo posto nel podio dei partners europei, subito dopo gli Stati Uniti. Solo nei primi dieci mesi del 2017 il commercio bilaterale fra Pechino e Bruxelles ha visto un balzo in avanti di 16,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, fino a raggiungere quota 3,4 trilioni di yuan (circa 500 miliardi di dollari).

Non sono mancate nel 2017 frizioni fra la Città Proibita e la Commissione Europea, specialmente sul tema della concorrenza. Lo scorso 20 dicembre è infatti ufficialmente entrato in vigore il nuovo sistema Ue di dazi anti-dumping. Lo stesso giorno la Commissione ha pubblicato un rapporto di 465 pagine in cui pone fine ad una diatriba durata più di due anni, negando il riconoscimento di economia di mercato (Mes) alla Cina per le sue “significative distorsioni di mercato” e la presenza di innumerevoli aziende sussidiate dallo Stato e controllate dal Partito Comunista. Un boccone ancor più amaro dei dazi per il governo di Pechino, che nel 2016 aveva presentato una protesta al Wto chiedendo all’Ue e agli Stati Uniti il riconoscimento di Mes, e che adesso, per bocca della portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, ha definito l’affondo della Commissione “privo di senso”.

Ciononostante, l’ambasciatore Zhang si dice sicuro che il 2018, anno che segna il quindicinale del Partenariato Strategico Ue-Cina, porterà a “un’espansione ulteriore della benefica cooperazione fra Cina e Ue, e aggiungerà nuove dimensioni strategiche e globali alle relazioni bilaterali”. L’anno si aprirà con un evento nel segno della mutua cooperazione, su cui ci sono grandi aspettative: l’inaugurazione dell’anno del turismo fra Cina e Ue. Sarà Venezia, e dunque l’Italia, ad ospitare l’evento il prossimo 19 gennaio, accogliendo a palazzo Ducale 400 delegati assieme alle massime istituzioni europee e cinesi.

Un paper pubblicato dalla Commissione Turismo dell’Ue lo scorso giugno prevede un considerevole aumento dei turisti cinesi in Italia nei prossimi anni, che nel 2020 potrebbe avvicinarsi a quota mezzo milione. Lo stivale non è la prima destinazione europea per i turisti del Dragone, ma resta il Paese dove spendono di più: lo dimostra una recente ricerca di Retex basata sui dati Istat-Confturismo, secondo cui i cinesi in Italia spendono in media 918 euro e coprono il 29% della spesa turistica straniera.

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