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Alla ricerca dell’accordo sindacale per Ilva, che ancora non c’è

Domani mattina al dicastero dello Sviluppo economico si terrà l’ultimo degli incontri previsti tra sindacati metalmeccanici ed il “management” di Arcelor Mittal sul futuro industriale del gruppo Ilva. Sempre domani, molto probabilmente, verranno fissate delle nuove date per fare in modo che le parti in sede ministeriale si incontrino di nuovo, affinché si possa giungere in sede ministeriale a quell’accordo sindacale utile all’acquisizione di Am InvestCo Italy dell’Ilva, tuttora in amministrazione straordinaria.

IL RICORSO AL TAR RESTA IN PIEDI

Lunedì scorso l’esecutivo ha respinto le modifiche proposte da Regione Puglia e Comune di Taranto al piano ambientale per lo stabilimento tarantino. Ciò significa che i ricorsi al Tar di Lecce presentati dagli enti locali contro il Dcpm del 29 settembre non verranno ritirati sia dal Comune di Taranto che dalla Regione Puglia

IL VERTICE PER ILVA AL MISE

Nel corso del vertice Arcelor Mittal ha illustrato il piano d’integrazione dell’llva  all’interno del gruppo Europa, rivelando che il colosso siderurgico italiano sarà il quarto cluster del continente, con Taranto capofila (che dovrebbe avere un modello organizzativo simile a quello dell’impianto belga di Gand, considerato il più avanzato del gruppo). Passi in avanti vanno fatti anche sulle terziarizzazioni, che riguarderanno numerose attività.

LA DECISIONE DELL’ANTITRUST

Sulla trattativa, però, aleggia anche la decisione dell’Antitrust europeo sulla violazione delle leggi per la concorrenza, la cui decisione arriverà a fine marzo. Inoltre, è bene ricordare che l’esecutivo ha respinto lo schema di accordo sull’Ilva formulato da Regione Puglia e Comune di Taranto. “Non può essere condiviso per motivi di merito e di diritto”, hanno spiegato i ministri di Sviluppo economico Carlo Calenda; dell’Ambiente, Gianluca Galletti; della Salute, Beatrice Lorenzin e Coesione territoriale, Claudio De Vincenti.

GENTILONI E LA SALVAGUARDIA DELL’INVESTIMENTO

Oggi è intervenuto sulla questione anche il presidente del Consiglio: “Capisco e rispetto il punto di vista del presidente della Regione Puglia e del sindaco di Taranto – ha detto il premier Paolo Gentiloni – ma qui stiamo parlando di un investimento di miliardi che salva 10-15 mila posti di lavoro, prevalentemente al Sud, e investe moltissimi quattrini per bonificare una delle zone più inquinate del Mezzogiorno. Non credo che gli enti locali lavoreranno per far saltare tutto”. Il capo dell’esecutivo è stato chiaro: “ Tutto possiamo fare tranne che far scappare gli investitori che hanno messo miliardi e miliardi su questo progetto”.

LE POSIZIONI DEI SINDACATI

I leader dei sindacati metalmeccanici sono dello stesso avviso. “Ribadiamo – ha scritto ieri Rocco Palombella, segretario generale della Uilm- tutta la nostra disponibilità a ricercare responsabilmente un accordo che tuteli occupazione, produzione e salvaguardia ambientale per il bene del Paese. Il sindacato metalmeccanico in questa vicenda sta esercitando un ruolo lungimirante che punta a determinare prospettive per il futuro utili all’intera industria nazionale. Un Paese industriale non può fare a meno della siderurgia, a partire dal gruppo Ilva. Ed oggi il segretario tarantino delle tute blu della Uil ha rincarato la dose: ”Finora – ha ribadito Antonio Talò – la trattativa è stata quasi virtuale. Bisogna entrare nei dettagli e stringere per capire se un accordo è possibile. Per noi sarebbe auspicabile chiudere un accordo prima che questo governo decada. Perché ora ci sono impegni precisi anche sull’ambiente. Resta confermata per la Uilm la richiesta di ‘esuberi zero’ con l’assunzione di tutti i circa 14.000 effettivi Ilva da parte di Arcelor Mittal”. La Fiom Cgil ha fatto percepire di non voler accelerare rispetto ai tempi del confronto: “Su Taranto – ha sostenuto il coordinatore del settore siderurgico Mirco Rota– siamo ancora ai preliminari. Non siamo entrati nello specifico, gli stessi vertici di Am Investco ammettono di non avere tutte le informazioni dettagliate. Non possiamo chiudere un accordo come se facessimo una scommessa. Le scommesse si fanno a Montecarlo, non sulle vite dei lavoratori e dei tarantini”. La Fim Cisl ha dato un giudizio positivo sulla riunione odierna “L’incontro – ha ammesso Valerio D’Alò, segretario dell’organizzazione sindacale del capoluogo ionico- è stato utile per avere un quadro chiaro sul ruolo dell’Ilva Taranto all’interno del Gruppo a livello europeo ma anche sull’organizzazione, che sarà fondamentale per il rilancio del sito. Per noi  i parallelismi messi sul tavolo tra l’acciaieria  di Gent e Taranto danno spazio di negoziazione sui livelli occupazionali viste le  peculiarità di Taranto rispetto al sito olandese a partire dalla logistica e posizionamento”.

ARCELOR MITTAL DISTRIBUISCE IL DIVIDENDO

Intanto per il colosso siderurgico Arcelor Mittal è tornato il dividendo per la prima volta dal 2015, a 10 centesimi per azione. “Siamo fiduciosi che riusciremo a finalizzare l’acquisizione di Ilva”, ha esultato Aditya Mittal, direttore finanziario e responsabile della attività europee della multinazionale. Arcelor Mittal ha chiuso il 2017 con un utile netto di 4,568 miliardi di dollari, contro gli 1,779 miliardi del 2016.

IN ATTESA DELLA STRETTA FINALE

Ora, occhi puntati sull’appuntamento di domani che inizierà alle ore 10.00, al ministero dello Sviluppo economico, perché al termine del confronto tra le parti sarà reso noto il prossimo incontro che potrebbe aprire la strada a quelli successivi, determinanti per realizzare l’atteso accordo sindacale.

 

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