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Che cosa dirà Mark Zuckerberg al Congresso su Cambridge Analytica e hacker russi

Mark Zuckerberg, il fondatore e ceo di Facebook, il popolare social network al centro di una polemica globale per l’uso improprio di informazioni dei suoi utenti da parte della società di data mining Cambridge Analytica, sarà ascoltato oggi e domani dal Congresso, al quale riferirà dei problemi incontrati, ma anche degli sforzi per proteggere i dati dall’azione degli hacker russi.

LE AUDIZIONI

Stasera dalle 20:15 (ora italiana) il giovane manager proverà a spiegare, alle commissioni Giustizia e Commercio del Senato in seduta congiunta (domani sarà il turno delle commissioni Energia e Commercio della Camera), il ruolo svolto dalla sua piattaforma, i gravi errori commessi nella vicenda delle info di 87 milioni di cittadini usate illecitamente a scopi di profilazione elettorale da CA (70 milioni solo negli Usa, 214mila gli italiani coinvolti), ma anche le azioni intraprese come la creazione di una commissione indipendente per studiare questi fenomeni.

COME FUNZIONERÀ

Ad aprile i lavori saranno i presidenti delle commissioni. Successivamente toccherà a Zuckerberg leggere una dichiarazione già preparata (e i cui contenuti sono stati diffusi). Il 33enne Ceo avrà a sua disposizione cinque minuti di tempo per farlo. Poi inizierà a ricevere domande da parte dei parlamentari. Anch’essi avranno solo cinque minuti per porre i quesiti, in quello che è previsto come un solo ‘round’.

IL DISCORSO DI ZUCKERBERG

Molti i punti toccati dal manager nel suo pur breve speech. Innanzitutto, come già fatto in altre sedi, si scuserà e ribadirà che è lui il responsabile: “Ho fatto un errore personale nel non aver fatto abbastanza per contrastare il cattivo utilizzo delle risorse e dei dati del social network. […] Non abbiamo fatto abbastanza per impedire che questi strumenti vengano utilizzati in modo dannoso. Non abbiamo affrontato in modo sufficiente le nostre responsabilità ed è stato un grosso errore. È stato un mio errore e mi dispiace”. La testimonianza delineerà gli step fatti (e soprattutto quelli da fare) dalla compagnia per contrastare l’abuso dei dati degli utenti e per proteggere le elezioni da interferenze. “Il personale per la sicurezza dei dati e della revisione dei contenuti raggiungerà le 20mila unità entro la fine dell’anno” e ciò “inciderà in modo significativo sulla redditività futura” poiché il colosso di Menlo Park (proprietario anche di Instagram e WhatsApp, e alle prese in Europa con i cambiamenti previsti dal Gdpr) dice di voler anteporre la privacy degli al suo profitto.

CONTRO LE FAKE NEWS

Dopo l’annuncio di nuove misure per consentire a chi ha un profilo di disporre meglio delle sue informazioni, Zuckerberg evidenzia ora che Facebook vuole fermare sulla sua piattaforma la proliferazione di “fake news, interferenze straniere nelle elezioni e discorsi che incitano all’odio […] Non è sufficiente connettere semplicemente le persone, dobbiamo assicurarci che queste connessioni siano positive. Non basta dare alle persone solo una voce, dobbiamo assicurarci che le persone non la usino per ferire le persone o diffondere disinformazione […] Non è abbastanza dare alle persone il controllo delle loro informazioni, dobbiamo assicurarci che anche gli sviluppatori a cui hanno dato lo stiano proteggendo. In generale, abbiamo la responsabilità non solo di costruire strumenti, ma di assicurarci che tali strumenti siano utilizzati per sempre”.

GLI HACKER RUSSI

Accusato, tra le altre cose, di essersi mosso in modo tardivo nella chiusura di alcuni profili riconducibili alla macchina della disinformazione messa in moto durante le scorse elezioni presidenziali, Facebook, per voce di Zuckerberg, replicherà anche su questo. “In preparazione alle elezioni del novembre 2016”, il social network ricorda di aver “individuato e gestito varie minacce legate alla Russia […], inclusa l’attività di un gruppo chiamato APT28, che il governo Usa ha collegato pubblicamente ai servizi russi di intelligence militare. Ma mentre la nostra attenzione maggiore era su minacce tradizionali, abbiamo anche notato un comportamento nuovo nell’estate del 2016 quando degli account legati ad APT28, sotto l’insegna di DC Leaks, hanno creato dei falsi profili che erano usati per diffondere informazioni rubate ai giornalisti. Abbiamo chiuso questi account per violazione delle nostre policy”, si legge ancora.

LE PRIORITÀ DEL CEO

Tra le sue priorità, Zuckerberg ha indicato quella che definisce come “una missione sociale”, ovvero “collegare le persone, costruire comunità e avvicinare il mondo. Gli inserzionisti e gli sviluppatori non avranno mai la priorità su questo finché guiderò Facebook”, ha aggiunto, ricordando che il colosso di Menlo Park è nato quando era ancora al college. “Abbiamo fatto molta strada da allora. Ora serviamo più di 2 miliardi di persone in tutto il mondo, e ogni giorno le persone usano i nostri servizi per rimanere in contatto con le persone più importanti per loro. Credo profondamente in quello che stiamo facendo. E quando affrontiamo queste sfide, so che guarderemo indietro e vedremo come aiutare le persone a connettersi e dare a più persone una voce come forza positiva nel mondo”. I problemi di cui si discute, conclude il testo, “non sono solo problemi per Facebook e per la nostra comunità: sono sfide per tutti noi come cittadini americani”. Poi sarà la volta delle molti, ficcanti domande.

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