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Cottarelli, l’uomo dei conti chiamato ad evitare la vendetta dei mercati

Carlo Cottarelli di conti ne capisce. L’ex Mr Forbici chiamato alla missione (quasi) impossibile di allestire un governo in grado di traghettare il Paese fino al voto, a inizio 2019, giusto il tempo di approvare la manovra d’autunno, ha davanti a sè un compito che definire arduo è poco. E cioè placare quei mercati che già oggi hanno dato all’Italia un primo assaggio: spread a 235 punti base e Borsa a picco, costantemente sotto il -2% per poi chiudere la seduta con un secco -2%.

Questione di fiducia nel debito di un Paese alle prese con una delle crisi più complesse della sua storia (qui l’intervista a Marco Bentivogli, leader Fim-Cisl). Se lo spread sale vuol dire che all’estero ci si fida un po’ meno dell’Italia: si deve pagare un rendimento più alto per convincere a comprare titoli pubblici. E la domanda che circola in queste ore non può che essere questa. Riuscirà Cottarelli, che prima di assumere l’incarico (con riserva) da Sergio Mattarella ha guidato l’Osservatorio sui conti pubblici, a placare gli animi sui mercati?

Il curriculum, stavolta sì, gioca a suo favore. Oltre ad essere buon amante dei numeri con una solida esperienza al Fondo monetario, Cottarelli ha pallino del debito pubblico, che poi è il vero tallone d’Achille dell’Italia e dunque della sua credibilità all’estero. Col terzo debito al mondo, 2.300 miliardi, ogni minima avvisaglia di incertezza politica viene irrimediabilmente amplificata. Per fortuna lo stesso Cottarelli ha fatto del debito pubblico il suo mantra, ribadendo in quasi tutte le occasioni la necessità di attaccare frontalmente lo stock. “Occorre ridurre il debito pubblico per essere davvero liberi dai mercati”, ha scritto di recente su Twitter.

Agli osservatori non è comunque sfuggito un particolare. E cioè che pochi minuti dopo l’annuncio dell’incarico a Cottarelli, lo spread ha iniziato lentamente a scendere, intorno ai 215 punti base, per poi risalire non appena l’ex commissario alla revisione della spesa ha iniziato il suo giro di consultazioni, alla Camera e al Senato. Un segno chiaro, fin troppo, di come Cottarelli sia agli occhi dell’Europa e forse dei mercati, un qualcosa di rassicurante.

Punto di vista condivisio da parecchi esperti e analisti, come quelli di Equita. Con Cottarelli “si allontana il rischio di brevissimo di un governo Lega-M5s, con programmi molto aggressivi per la finanza pubblica. La posizione del Presidente della Repubblica su Savona e il mandato a Cottarelli rappresentano un segnale di rigore e credibilità verso l’Europa”, hanno affermato gli analisti. Visione nella sostanza condivisa da Arnaud Masset di Swissquote, per il quale “bloccando la formazione del governo, il Presidente italiano Mattarella ha giocato la carta della cautela, temendo che potesse mettere a rischio l’appartenenza del paese all’Unione europea”.

Decisamente più scettico il Financial Times, per il quale l’incertezza politica in Italia resta alta e le probabili nuove elezioni peseranno sull’economia, tradotto, la formazione di un nuovo governo euroscettico è solo rinviata. “Da un lato un governo che nella percezione dei mercati finanziari avrebbe potuto mettere in dubbio la partecipazione dell’Italia all’Unione europea e la sua appartenenza all’area euro non si è formato. Dall’altro, la possibilità di nuove elezioni, molto probabilmente in ottobre, non può essere vista come uno sviluppo positivo per l’economia italia”. Cottarelli se lo tenga a mente.

 

 

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