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Economia circolare. Ecco il piano del ministro Costa per il riciclo (e non solo)

Di Sergio Costa
plastiche, ecoforum, Legambiente

Il 2018 sarà un anno molto importante, perché vedrà l’approvazione del pacchetto delle direttive europee sull’economia circolare. In questo contesto si inserisce il nostro ruolo di governo del cambiamento e del buon senso ambientale. Nonostante il contesto generale di una gestione dei rifiuti ancora poco sostenibile, stiamo ereditando un Paese dove le buone pratiche non sono affatto rare. Sempre più comuni si contraddistinguono per aver intrapreso un ciclo corretto, che parte dalla differenziata di qualità per arrivare al riciclo effettivo, includendo anche una sensibilizzazione verso il riuso. Ma, evidentemente, non basta.

Queste esperienze vanno messe a sistema sotto l’egida di una politica più ampia che si faccia portavoce di una vera e propria rivoluzione ambientale. Appena insediato, ho voluto da subito lanciare un segnale in tal senso: la linea sarà lavorare affinché la quantità di rifiuti prodotti diminuisca a monte. È fondamentale farlo. E abbiamo iniziato proprio dalla plastica: ci siamo insediati alla vigilia della Giornata mondiale dell’ambiente che quest’anno era dedicata alla plastica, dato che ne è composto l’85% dei rifiuti trovati in mare. I dati previsionali ci dicono che nel 2050 peseranno più le plastiche nei mari e negli oceani che i pesci. Alcune ricerche internazionali hanno mostrato che le microplastiche sono ormai entrate anche nella catena alimentare. Stiamo distruggendo il futuro delle giovani generazioni, e non ce lo possiamo permettere.

Abbiamo iniziato con un segnale chiaro, forse un piccolo segnale, che però vuole essere una strada maestra, all’interno della quale spingeremo anche affinché la riduzione dei rifiuti sia uno step prioritario e obbligatorio. Per questo abbiamo assunto un impegno: il 4 ottobre 2018 il ministero dell’Ambiente sarà plastic free. È una sfida importante, che cambierà le nostre quotidiane abitudini e imporrà una serie di scelte all’amministrazione centrale. Ma non solo: abbiamo simpaticamente lanciato una sfida ad altre istituzioni e il presidente della Camera Roberto Fico l’ha immediatamente accolta. Abbiamo scelto il 4 ottobre perché è una data simbolica: è il giorno di San Francesco, il patrono d’Italia e portatore di un messaggio universale di amore per il creato. Abbiamo chiesto a tutti di adottare l’hashtag #PFC (Plastic free challenge) e la risposta è stata entusiasta e pronta: sia attraverso Facebook sia attraverso Twitter sono arrivati centinaia di impegni: chi libererà la propria casa dall’usa e getta, chi l’ufficio, ma anche piccoli Comuni, ospedali, enti. Un entusiasmo che ci ha felicemente sorpresi. Non ci accontentiamo chiaramente di un’iniziativa, sappiamo che è l’intero Paese che deve essere messo a sistema. Per questo incontreremo anche la grande distribuzione, le imprese e lavoreremo affinché il riciclo della plastica si incanali nell’economia circolare: il rifiuto deve diventare sempre di più materia prima e tornare a vivere sotto nuove spoglie. Lavoreremo per eliminare gli ostacoli e affinché si inneschi questo sistema virtuoso.

Ancora, non basta: ne parleremo ai ragazzi nelle scuole, con le associazioni, con gli altri enti e amministrazioni dello Stato e legali. Deve diventare un mantra.  Ecco perché abbiamo lanciato un altro messaggio: #iosonoambiente. Ogni cittadino può utilizzarlo nel vissuto quotidiano, e ogni azione del ministero sarà svolta sotto questo “cappello”, che è un grande messaggio nel quale crediamo molto: è il cambiamento, la rivoluzione copernicana che mette al centro ogni singolo cittadino. Io sono ambiente: ognuno di noi è ambiente, e lo è nelle scelte che affronta ogni giorno, sia quando fa la spesa (magari scegliendo la modalità più ecosostenibile  e i prodotti che impattano meno l’ambiente) sia quando si sposta (prediligendo i mezzi pubblici, la bici o l’elettrico), sia nel tempo libero. Così come l’azione del ministero sarà permeata da questo mantra che speriamo diventi virale: io sono ambiente quando prenderemo le decisioni, sceglieremo le campagne, ci muoveremo per partecipare agli appuntamenti internazionali, accoglieremo le best practice europee, lavoreremo per rendere concrete, realizzabili ed efficaci le direttive Ue sull’economia circolare.

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