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Vi racconto la 24 ore di Le Mans. Scrive Vecchiarino

Ecco la gara automobilistica più prestigiosa della storia dell’automobilismo, una delle sfide più appassionanti e spietate del Motorsport, dove ogni anno i più grandi piloti del mondo si spingono oltre ogni limite per 24 ore ininterrotte su uno dei circuiti più spettacolari del pianeta

Velocità, precisone, resistenza, determinazione, costanza e, soprattutto, piede sempre sul gas. Questi sono i principali elementi per vincere la più dura, imprevedibile, avvincente e leggendaria competizione automobilistica della storia, dove nulla è scontato fino alla bandiera a scacchi. Una sfida di 24 ore di fila, giorno e notte, dove i migliori piloti del mondo, a bordo di auto uniche, da più di cento anni sono protagonisti di epici combattimenti in pista per aggiudicarsi la gara che ogni pilota aspira a vincere. Ladies and gentlemen ecco a voi la leggendaria 24 ore di Le Mans.

LA PRIMA EDIZIONE DEL 1923

Ma partiamo dalla storia di questa gloriosa corsa automobilistica. La prima edizione della 24 Ore di Le Mans risale al 26 e 27 maggio 1923 e fu organizzata dall’Automobile Club de l’Ouest, che ideò una gara di resistenza di 24 ore riservata esclusivamente alle normali automobili da turismo. Questa scelta, meramente commerciale, fu fatta per dare all’industria automobilistica, che stava muovendo i primi passi, la possibilità di dimostrare l’affidabilità delle proprie vetture ai potenziali clienti.

Il CIRCUIT DE LA SARTHE

Alla prima edizione della 24 Ore di Le Mans si iscrissero 35 vetture, pronte a gareggiare su un circuito di 17,262 km di lunghezza, chiamato Circuit de la Sarthe, dal nome del dipartimento in cui si trova la cittadina di Le Mans, dove qualche anno prima si era svolta una gara simile. Questo circuito era, ed è tuttora, formato sia da un tracciato permanente, che da strade pubbliche temporaneamente chiuse per la gara. La prima edizione fu vinta da André Lagache e da René Léonard con la vettura Chenard & Walker Sport, che percorse 128 giri alla media di 92 km/h.  Da allora la 24 Ore è diventata la “gara” per eccellenza, dove i principali produttori di auto tradizionali e modelli sportivi sono andati a Le Mans per mostrare al pubblico le proprie capacità velocistiche e tecniche.

LE PRIME EDIZIONI

Le successive edizioni furono dominate da Bentley, Bugatti e Alfa Romeo, che adottarono carrozzerie altamente aerodinamiche per correre lungo il rettilineo Hunaudières a velocità sempre più elevate; in particolare la mitica Alfa Romeo 8C, una vettura con motore 2300 cm³ di cilindrata e 155 cavalli, già vincitrice della Targa Florio e del Gran Premio di Monza, vinse la 24 di Le Mans nel 1932 e fu la prima vettura a superare la distanza dei 3000 chilometri. La competizione fu annullata nel 1936 a causa degli scioperi generali in Francia e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939 provocò una pausa di dieci anni.

IL DOPOGUERRA

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con rinnovato interesse delle principali case automobilistiche, la corsa riprese nel 1949; fu anche l’anno della prima vittoria della Ferrari con la 166 MM guidata da Luigi Chinetti che vinse guidando per 23 ore e mezza su 24, mentre per la restante mezz’ora guidò il compagno di squadra e proprietario della vettura, Peter Mitchell-Thomson.  Dopo la formazione del Campionato mondiale di auto sportive nel 1953, di cui Le Mans faceva parte, Ferrari, Aston Martin, Mercedes-Benz, Jaguar e molti altri iniziarono a inviare più auto, supportate dalle rispettive fabbriche, per competere per la vittoria assoluta contro i loro concorrenti.

1955: IL PIÙ GRAVE INCIDENTE DELLA STORIA DELL’AUTOMOBILISMO

Iniziarono così feroci duelli che spesso terminarono in incidenti, uno di questi fu una vera tragedia. Durante l’edizione del 1955 la Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh si schiantò contro una folla di spettatori, ben 83 persone morirono e altre 120 rimasero ferite, fu il più grave incidente nella storia dell’automobilismo.  L’incidente portò all’introduzione di una serie di misure di sicurezza, non solo sul circuito de la Sarthe, ma anche sugli altri tracciati e in tutti gli sport motoristici. La pista venne completamente rivista, la sede stradale nella zona del traguardo venne abbassata di alcuni metri, venne costruita una tribuna e nuovi box, allo scopo di garantire sicurezza e protezione per il pubblico.

FERRARI VS FORD

Gli anni Sessanta videro il Circuit de la Sarthe il luogo della leggendaria sfida tra la Ferrari e la Ford, una delle più avvincenti rivalità automobilistiche della storia, immortalata nel film Le Mans ’66 – La grande sfida, con Matt Damon e Christian Bale. Nel 1963 Henry Ford II aveva deciso di comprare la Ferrari offrendo 10 milioni di dollari, ma Enzo Ferrari, per non perdere il pieno controllo dell’attività sportiva, rifiutò e si accordò con la Fiat, che diede il necessario supporto finanziario alla casa modenese lasciandogli carta bianca nelle corse. Allora Ford, per garantirsi una sorta di rivincita, lanciò il progetto della GT40, diretto da Eric Broadley, proveniente dalla Lola, e John Wyer, già alla Aston-Martin, e riuscì nell’impresa di vincere la 24 Ore di Le Mans del 1966 ai danni dell’avversaria Ferrari. Quest’ultima poi si ritirò definitivamente dalla competizione per forti dissapori con l’organizzazione.

LA “PARTENZA LE MANS”

Gli anni Settanta si aprirono con una modifica della procedura di partenza. Fino al 1970 la gara iniziava con quella che è passata alla storia come la “partenza Le Mans“: le auto erano disposte a lisca di pesce su un lato della pista, i piloti sull’altro: quando la bandiera francese segnalava il via alle 16:00, i piloti attraversavano di corsa la pista, entravano nelle auto e partivano. Nel 1969 il campione di Formula 1 Jacky Ickx, invece di correre attraverso la pista, camminò lentamente, ed entrò nella sua auto e si allacciò correttamente le cinture di sicurezza: nonostante questo ritardo, riuscì a vincere la gara. Così la tradizionale pratica venne interrotta nel 1970, quando i piloti partirono già seduti nelle auto, con le cinture saldamente allacciate.

L’ACCENSIONE A SINISTRA

La “partenza Le Mans” è anche il motivo per cui le Porsche da strada continuano ad avere l’accensione a sinistra della colonna dello sterzo, invece del più tradizionale alloggiamento a destra; ciò permetteva al pilota di avviare il motore con la mano sinistra mentre al tempo stesso la destra inseriva la prima, consentendo così alle Porsche di uscire dalla linea di partenza più rapidamente.

L’ASCESA E DOMINIO DELLA PORSCHE

Gli anni Settanta videro poi l’ascesa della Porsche, che schierò la 917K, dove la K stava per Kurzheck, coda corta, ovvero una versione dell’auto che, per risolvere dei problemi di aerodinamica, aveva una coda tronca e dal profilo ascendente. Si registrarono poi le vittorie della Matra – Simca negli anni ’72, ’73 e ’74 e di Renault Alpine nel 1978. Gli anni Ottanta si aprirono con il dominio della Porsche che conquistò la 24 Ore ininterrottamente dal 1981 al 1987, un vero e proprio record ottenuto dapprima con la Porsche 936, poi con la Porsche 956 e, infine, con la Porsche 962. Addirittura, nel 1983 la casa di Stoccarda riuscì a piazzare ben nove automobili fra le prima dieci posizioni all’arrivo.

IL MOTORE ROTATIVO WANKEL

Gli anni Novanta videro, per la prima volta nella storia della leggendaria 24 Ore, la vittoria di una casa automobilistica giapponese. Nel 1991 la Mazda 787B, dotata di un motore rotativo Wankel in una versione quadrirotore, si impose sul Circuit de la Sarthe con i piloti Johnny Herbert, Volker Weidler e Bertrand Gachot; fu la prima vettura a vincere a Le Mans con questo tipo di motore. Successivamente, si alternarono alla vittoria Peugeot, McLaren e Bmw.

LE MODIFICHE AL TRACCIATO

Nel corso degli anni, il Circuit de la Sarthe è stato ampiamente modificato, soprattutto per ragioni di sicurezza. Dai 17 chilometri del 1923, il circuito ora è lungo 13,626 km, e ciò lo porta a essere uno dei tracciati più lunghi del mondo, ma le parti più celebri del tracciato sono rimaste: le curve Dunlop, Esse de la forêt, Tertre Rouge, Mulsanne, Indianapolis, Arnage e Porsche e soprattutto il rettilineo delle Hunaudières.

IL MITICO RETTILINEO HUNAUDIÈRES

Il Circuit de la Sarthe è poi famoso proprio per questo mitico rettilineo, l’Hunaudières, fra i più celebri del motorsport: lungo 6.750 metri, qui sono state registrate alcune delle velocità di punta più elevate dell’intero circuito. Nel 1988, la Welter-Meunier P88 arrivò a toccare i 405 km/h e, per questa ragione, la FIA ordinò la modifica del rettilineo affinché non fossero più raggiunte velocità così elevate e vennero create due chicane.

L’ARRIVO DI AUDI

Il nuovo millennio si aprì sotto il segno dell’Audi che dal 2000 fino al 2014 vinse 13 edizioni su 15 della 24 Ore; nel 2003 vinse la Bentley e nel 2009 la Peugeot. In particolare, Audi è stata la prima casa automobilistica a vincere a Le Mans con una vettura spinta da un motore diesel, la R10 TDI, nel 2006 e con una vettura ibrida, la R18 e-tron, nel 2012. Il 2015, 2016 e 2017 hanno visto la vittoria di Porsche con la 919 Hybrid, mentre dal 2018 al 2022 il dominio ininterrotto della casa giapponese Toyota.

IL COLPO DI SCENA DEL 2016

L’edizione del 2016 è stata caratterizzata per un clamoroso colpo di scena: alla fine del penultimo giro, quando mancavano 3 minuti e 25 secondi allo scoccare delle 24 ore, la Toyota n.5 che guidava la corsa dalle 8 del mattino, si fermò sul  traguardo per un guasto. A meno di 14 chilometri dal successo Toyota consegnò la vittoria alla Porsche 919 Hybrid.

RECORD TEMPO SUL GIRO

La battaglia tra Porsche e Toyota è combattuta anche per i record. Queste due case detengono infatti i due record sul giro: il record sul giro in gara è di 3 minuti 17 secondi e 297 millesimi ottenuto nell’edizione 2019 da Mike Conway sulla Toyota TS050 Hybrid a una velocità media di 248,6 km/h; mentre quello in qualifica appartiene invece a Jackie Oliver, capace di girare nel 1971 con una Porsche 917 in 3’13’’6.

L’EDIZIONE DEL CENTENARIO

L’edizione del 2023 della 24 ore di Le Mans, svoltasi nel 100º anniversario della prima edizione tenuta nel 1923, ha visto protagonista la Ferrari che, dopo 58 anni di assenza da Le Mans, ha vinto la corsa con la hypercar 499P, guidata da Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado.

IL RECORD DI VITTORIE DI PORSCHE

La casa automobilistica che vanta il maggior numero di vittorie a Le Mans è la Porsche, con 19 vittorie, seguita dalla Audi con 13 vittorie, e la Ferrari al terzo posto con 10 successi. A seguire Jaguar con 7 vittorie, Bentley con 6, Ford 6, Toyota 5 e Alfa Romeo 4.

SUA MAESTÀ TOM KRISTENSEN

Per quanto riguarda il palmarès dei piloti, questo vede al primo posto Tom Kristensen, soprannominato Mr Le Mans, per averne vinte 9, di cui 6 di fila, molte delle quali con l’amico Dindo Capello. Il secondo che ne ha vinte di più è stato Jacky Ickx che ne ha portate a casa 6, a seguire con 5 vittorie Emanuele Pirro, Derek Bell e Frank Biela.

PILOTI ILLUSTRI

La 24 Ore di Le Mans sin da subito acquisì un grande prestigio tanto da attirare molti campioni della Formula 1 che iniziarono a prendere parte a questa corsa: Phil Hill, Juan Manuel Fangio, Stirling Moss e Mike Hawthorn, furono alcuni dei nomi eccellenti che parteciparono e vinsero nei primi anni. In tempi più recenti hanno partecipato Michele Alboreto, vincitore nel 1997 con la Porsche, Marc Genè vincitore nel 2009 con la Peugeot, Nico Hülkenberg, vincitore con Porsche nel 2015, Fernando Alonso, vincitore nel 2018 e 2019 con la Toyota, Kamui Kobayashi vincitore nel 2021 e tanti altri piloti.

E STAR DEL CINEMA

Il Circuit de la Sarthe ha inoltre esercitato un certo fascino sulle celebrità: Steve McQueen ha partecipato al film Le Mans, girato proprio sul circuito durante il fine settimana di gara del 1970. Ma anche Paul Newman che ha preso parte ad un’edizione della 24 Ore, nel 1979, all’età di 54 anni sfiorando la vittoria. E ancora Jean-Louis Trintignant, o più di recente Patrick Dempsey.

LA 24 ORE DI LE MANS 2024

Se vi siete appassionati alla 24 Ore Le Mans non vi resta che attendere il prossimo fine settimana del 15-16 giugno quando si terrà la prossima edizione alla quale si sono iscritti 186 piloti e 62 equipaggi, tra cui Valentino Rossi che correrà con il WRT BMW nella Classe LMGT3.

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