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Così Mosca va alla guerra sottomarina

La combinazione di crollo del prezzo del petrolio, mini rublo e sanzioni per la crisi ucraina fanno zoppicare sempre più vistosamente l’economia russa. Nonostante ciò, Mosca non rinuncia a spendere cifre sempre maggiori nel settore degli armamenti, in particolare in quello navale.

I PIRANHA DI MOSCA

Spinto dai venti di Guerra Fredda che provengono dall’Est Europa, il presidente Vladimir Putin starebbe pianificando di ripristinare una flotta di super-mini sottomarini, potenzialmente non identificabili.
Grazie alle loro dimensioni ridotte, le navi di classe Piranha, spiega il britannico Daily Mail, sono “in grado di operare molto vicino alla riva e possono essere utilizzate per sbarazzarsi di mine o siluri. Con un equipaggio di nove elementi, questo genere di sottomarino può avvicinarsi silenziosamente a un obiettivo e anche distribuire attrezzature subacquee per sei forze speciali”.

I TIMORI DI STOCCOLMA

Il rafforzamento dei presidi navali russi preoccupa in particolar modo la Svezia, a un tiro di schioppo dai sottomarini di Mosca. I rapporti tra i due Paesi sono più tesi che mai e lo si è ben compreso quando a maggio – poco prima del vertice dell’Alleanza il 24 e 25 maggio scorso – il Cremlino ha avvertito Stoccolma di non aderire a pieno titolo alla Nato o avrebbe risposto rafforzando il proprio dispositivo nucleare. Più volte, negli ultimi mesi, si è assistito ad “avvistamenti” di unità sottomarine nelle acque territoriali non solo della Svezia, ma anche di Finlandia e dei Paesi Baltici.

IL SISTEMA SOTTOMARINO

Ma gli investimenti russi in materia navale sono ad ampio raggio e non si limitano alla parte offensiva. “Il sonar di ultima generazione “Batteria” (Batareja) – rivela IBTimes – è destinato a mettere alla prova la strumentazione tecnologica e la rumorosità dei sottomarini di quarta generazione della Marina militare russa appartenenti alla classe Borej”. Nel corso delle prossime settimane, è stato reso noto da fonti militari moscovite, “il super idrofono – progettato dall’istituto di ricerche VNIIFTRI (Istituto panrusso di ricerca scientifica e di misurazioni fisico-tecniche e radiotecniche) –, verrà testato in ambiente marino per scovare e identificare le unità della Marina russa che utilizzano la tecnologia stealth subacquea”. Le “prove d’ascolto” verranno effettuate nel Mar Bianco, a circa 30 chilometri dalla costa e a 300 metri di profondità, e verranno trasferite via fibra ottica al centro di elaborazione dati situato presso il Comando della flotta Settentrionale della Marina russa sito nella città di Severomorsk”. L’importanza strategica di questo nuovo sistema sottomarino è duplice, conclude il magazine: da un lato “potrebbe tornare a dare un vantaggio tecnologico in ambiente subacqueo alla Russia”;  dall’altro dovrebbe, nei piani del Cremlino, ridare alla Russia lo smalto e la forza perduti, quasi un’ossessione per lo zar Putin, che “ha come priorità quella di pattugliare indisturbato quanto meno le proprie coste e le acque internazionali”, in vista di un possibile scontro con l’Occidente.

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