Skip to main content

Come vanno (male) le vendite dei quotidiani di carta

Di Nicola Borzi

Non è facile fare l’editore. Ma, se è per quello, nemmeno il direttore. Tantomeno, a guardare le dinamiche occupazionali, il giornalista. In Italia, meno che mai. Lo dicono i dati Accertamenti diffusione stampa (Ads) sui quotidiani. Ecco i valori registrati a luglio 2017:

ads-quoidiani-lug-171

Ed ecco i valori di luglio 2016:

ads-quoidiani-lug-161

Come va? Come vedi, disse la tabella sulle variazioni assolute luglio 2017 su luglio 2016 calcolate sulle vendite totali:

ads-quoidiani-lug-17-16-var-ass1

E, per non farci mancare niente, ecco la tabella sulle variazioni percentuali luglio 2017 su luglio 2016 delle vendite totali:

ads-quoidiani-lug-17-16-var-per1

LA DURA LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA

Dalla lettura dei dati emergono alcune evidenze, per quanto empiriche.

1 – In dodici mesi, le vendite totali (copie cartacee + copie digitali) sono passate da 3,31 milioni a 3,01 milioni. Quasi 300mila copie in meno che in percentuale valgono un meno 9,06 punti.

2 – La Verità di Belpietro, new entry del settore, a luglio scorso dichiarava vendite per 22.807 copie; Libero di Feltri ne dichiara per 27.880: a luglio 2016 ne dichiarava per 42.380. La somma degli addendi è superiore al dato iniziale. Nel frattempo Il Giornale di Sallusti è passato da 74.492 a 61.360 copie. Il Tempo a luglio 2016 vendeva 13.882 copie, oggi ne vende 18.012. In totale, i giornali “in quota centrodestra” a luglio 2016 (Il Giornale, Libero e Il Tempo) vendevano 130.754 copie, oggi con l’aggiunta della Verità ne vendono 130.059. Differenziare l’offerta, dunque, ha portato il pacchetto di mischia delle testate di centrodestra a non perdere (quasi) lettori (il calo è appena dello 0,53%), ma la redistribuzione pesa sul Giornale e su Libero.

3 – Il Sole 24 Ore perde da solo oltre 60mila copie vendute, al netto dell’effetto di pulizia delle copie multiple digitali contestate per l’affaire Di Source. Ma il conteggio penalizza il quotidiano economico-finanziario che non riesce, con le nuove regole Ads, a farsi conteggiare molte copie digitali vendute in abbonamento in quanto non ha gli strumenti per contabilizzarne l’effettiva attivazione.

Articolo tratto dal blog di Nicola Borzi

×

Iscriviti alla newsletter