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Tensione Italia-India, Terzi: ora collaborazione concreta

Non accenna a placarsi la crisi diplomatica tra India e Italia dopo l´incidente in mare che ha visto l´uccisione di due pescatori indiani scambiati per pirati.
 
I due marò italiani che si trovano in stato di custodia vigilata in India, e a cui la giustizia locale imputa una responsabilità nella morte di due pescatori locali, saranno trasferiti oggi da Kochi a Kollam, nel distretto di Kerala, competente per l´incidente in mare avvenuto il 15 febbraio scorso. Lì Massimiliano Latorre e Salvatore Girone saranno portati davanti a un magistrato.
 
Sui due militari italiani accusati di omicidio in India “si sta aprendo una procedura investigativa nella città di Kollam”, capoluogo del distretto di Kerala interessato dal caso. Lo ha riferito ai giornalisti il ministro degli Esteri Giulio Terzi, a margine di una riunione euro-mediterranea a Villa Madama.
 
“Confidiamo che sia a livello federale sia a livello di Stato del Kerala si possa avviare una collaborazione concreta nell´indagine e nella comparazione di dati” ha detto ancora il ministro, “siamo sicuri che vi sono degli elementi che non sono stati finora considerati da entrambi i livelli di governo: cioè che la nave italiana si trovava a 32 miglia nautiche dalla costa, di conseguenza ampiamente in acque internazionali, e che gli incidenti sono stati almeno due in quella zona di mare ad orari diversi”.
 
E´ per questo, ha spiegato il titolare della Farnesina che “stiamo insistendo per proseguire le consultazioni a New Delhi” ma oltre alla nostra missione governativa nella capitale indiana “abbiamo inviato degli alti rappresentanti anche nello stato di Kerala perché ci possa essere un´interazione con le autorità inquirenti e la magistratura affinché i dati di cui disponiamo possano essere presi in considerazione”.
 
Gli italiani hanno trascorso la notte nella guest house del Circolo ufficiali della polizia del Kerala. La loro vicenda ha trovato grande risalto nella stampa locale.
L´Hindustan Times riferisce che “la diplomazia indiana ha messo fine ieri a quattro giorni di sfida italiana, consentendo alla polizia di arrestare due membri della Enrica Leixe”.
 
Tre giorni dopo il fermo della nave italiana, il governo italiano si è reso conto che in India la realtà è molto più complicata di quanto s’immaginasse. “La situazione non è tranquillizzante”, dice il ministro della Giustizia, Paola Severino.
 
Secondo quanto scrive la stampa indiana, i due marò che erano a bordo dell´Enrica Lexie e che sono accusati dell´omicidio di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala compariranno oggi dinanzi al magistrato. “Saranno consegnati alla polizia di Kollam e portati dinanzi a un giudice”, ha detto una fonte della polizia.
 
 I due italiani sostengono fin dalla prima versione, ribadita ieri alla nostra commissione ministeriale, poi alla polizia locale, di avere visto a bordo del peschereccio ostile cinque persone armate, con fucili a tracolla. “I pescatori erano disarmati”, ribatte la polizia del Kerala. Ma questo è forse l’unico punto su cui tutti concordano. I militari italiani non dubitano che gli undici pescatori fossero disarmati perché, appunto, non erano i cinque pirati contro cui sono state sparate le salve di dissuasione.
 
I militari, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono sotto custodia della polizia militare della marina indiana e, dalla nave, erano stati trasferiti nel circolo ufficiali della Polizia centrale (Cisf) del Kerala nell´isola di Wellington, vicino Kochi, dove sono stati interrogati dal capo della polizia.
 
La Farnesina domenica ha ribadito con chiarezza che il caso deve essere trasferito alla magistratura italiana perchè è avvenuto in acque internazionali, su una nave che batte bandiera italiana e che i due militari, membri del battaglione San Marco della Marina, godono dell´immunità.
 
La petroliera italiana sarà oggi trasferita all´ancoraggio esterno, ma sempre all´interno del porto: il cargo attualmente è al primo terminal petrolifero, ma ostacola lo scarico delle altre petroliere.
 
Secondo quanto riportato da Tmnews, le autorità italiane che si stanno occupando della vicenda dei due marò sarebbero in possesso di “prove fotografiche in grado di scagionare i militari”. Le fotografie saranno mostrate in tribunale, non appena sarà notificato l´atto d´accusa.
Le fotografie dimostrerebbero che il peschereccio che ha tentato l´abbordaggio al mercantile Enrica Lexie sarebbe diverso dal St. Antony su cui si trovavano i due pescatori uccisi.
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