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Bruno Galli: “Feltri sbaglia, la Lega è immortale”

Bossi suicida la Lega, così come ha scritto lunedì mattina nel suo editoriale Vittorio Feltri sul Giornale? Non è di questa opinione Stefano Bruno Galli, docente di Storia delle dottrine politiche presso l´Università degli studi di Milano: “Feltri non fa i conti con due elementi. Fino a quando tre regioni e mezzo, ovvero Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna da sole produrranno il 70% del Pil nazionale, ci sarà spazio politico per la Lega. Chi vuole governare questo Paese, sa che dovrà per forza fare i conti con il Nord. In secondo luogo – continua il politologo – i partiti politici nascono sulla fratture, un po´ come la Dc nata sulla frattura Stato-Chiesa o il partito comunista su quella capitale-lavoro. La Lega è strutturata sulla frattura più persistente della storia d´Italia, quella tra Nord e Sud quindi è, se vogliamo, immortale. Finché c´è questa frattura, ci saranno ragioni perché la Lega esista. E non vedo nel governo Monti la volontà per ora di ridurre questa frattura, cosa che potrebbe affievolire il partito di Bossi”.
 
Secondo Bruno Galli, non c´è delusione nella base leghista: “La base è più avanti rispetto ai vertici ed è ancora più risolutamente determinata a difendere gli interessi del Nord. La Lega ha provato a promuovere le riforme dall´interno ma non ci è riuscita, ora sta giocando su un altro piano dal punto di vista strategico”. Per questo, crede l´esperto di federalismo, “è un bene che corra da sola alle amministrative, così recupera la dimensione del progetto originario e si toglie di dosso scorie e impurità”.
 
L´accademico condivide l´analisi di molti giornali che vogliono Maroni come nuovo futuro leader leghista “anche se i tempi di successione non sono intuibili” mentre sulle voci di un avvicinamento di Giulio Tremonti al Carroccio commenta: “E´ un tira e molla, si vedrà se questa volta andranno fino in fondo anche se l´ex super ministro dell´economia dopo essere diventato simbolo della sconfitta dell´ultimo governo Berlusconi è ora meno gradito all´elettorato leghista”.
 
E sul “federalismo andato a pallino” di cui parla Feltri? Bruno Galli non è d´accordo neanche su questa analisi: “Negli ultimi anni si sono fatti dei passi avanti in materia e ciò è avvenuto anche per effetto della Lega. Gli storici del futuro scriveranno che essa ha il merito di aver portato il federalismo dai manuali di diritto pubblico e dalle aule universitarie a un vero progetto politico. Il federalismo fiscale comunque è legge, la 42 del 2009 e tra poco arriveranno le leggi di attuazione in aula. Vedremo quale sarà l´atteggiamento del governo a riguardo visto che finora non se n´è occupato. Piero Giarda, ministro per i rapporti con il parlamento, è molto competente in tal senso e potrebbe riservare sorprese, calcando la mano proprio verso obiettivi federalisti. Con buona pace del Carroccio”.
 
 
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