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Elezioni a ottobre?

Ieri il Direttore del Tempo Mario Sechi parlava di un “piano per liquidare Monti”. Oggi sulla prima pagina di Libero troneggia addirittura il titolo “Monti rischia il posto”. Secondo il Direttore Maurizio Belpietro infatti “il Premier è a un bivio: o tira diritto con la riforma, mettendo in conto il rischio di fare le valigie, o fa un passo indietro e si arrende a Pd e sindacati”.
Dalle sue parole di ieri dal vertice di Seoul la seconda ipotesi è da escludersi. Il Professore ieri ha messo da parte i suoi toni sobri e rassicuranti per lanciare quello che la Stampa definisce un ultimatum all´Italia: “Se il Paese non è pronto, potremmo anche lasciare”.
 
Ma chi sarebbe la miccia pronta a far esplodere il governo dei tecnici: “L’ennemi à guache”, scrive Mario Sechi, il nemico è a sinistra. Il Pd infatti non potrebbe far passare la legge sul lavoro, pena l’esodo di moltissimi militanti delusi. E visto che sulla carta il partito di Bersani è dato come favorito alle prossime elezioni, ecco il piano: “barattare i licenziamenti facili con il licenziamento di Monti” (Belpietro dixit) e andare alle urne, prima possibile, possibilmente già a ottobre in modo da non lasciare il tempo ai tecnici, Passera in primis, di trasformarsi in soggetto politico.
 
In questo disegno, ci rimetterebbe il posto anche il Presidente Napolitano, che “ha costretto a mangiare la minestra dei tecnici”. Come suo successore, si starebbe preparando Romano Prodi.
Fantapolitica? Certo è che il clima è sempre più caldo. Il Corriere della Sera descrive oggi un Pierferdinando Casini “pompiere” che lancia ad Alfano e Bersani una ciambella di salvataggio convocandoli in un nuovo vertice ABC, previsto per oggi, perché “sulle riforme costituzionali siamo in zona Cesarini”. E Sacconi rievoca lo scenario minacciato da Di Pietro, ovvero un “Vietnam parlamentare”. Anche se l’Italia ha bisogno di tutto in questo momento, fuorché di una nuova guerra politica. Perché, come scrive oggi Mario Sechi, “si può anche liquidare Mario Monti, ma quella montagna di debiti sulle spalle degli italiani resta”.
 
 
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