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Serbia, una miniera (economica) per l’Italia

Roma si candida ad un ruolo guida nel processo di euro integrazione della Serbia, paese che ha tutte le carte in regola per divenire una piattaforma produttiva italiana, avamposto ai nuovi mercati in Europa orientale e nel Sud Est del Mediterraneo. Rafforzata cooperazione economica e sostegno al cammino europeo di Belgrado saranno i due filoni conduttori del secondo vertice intergovernativo Serbia-Italia, in programma giovedì 8 marzo a Belgrado, con il presidente del Consiglio, Mario Monti, a guidare un´ampia delegazione di suoi ministri: Esteri (Terzi), Interni (Cancellieri), Difesa (Di Paola), Sviluppo Economico (Passera), Agricoltura (Catania), Ambiente (Clini), Affari europei (Moavero).
 
Una partecipazione mai dispiegata prima dal governo Monti per un appuntamento internazionale, a rispecchiare la sistemica presenza economica italiana in Serbia, con circa 500 aziende operative sul territorio. Saranno, infatti, diverse le intese in settori di interesse strategico siglate nel corso del vertice di Belgrado.
 
Il quale, dopo vari rimandi da parte italiana, cade ora ad una settimana dal riconoscimento alla Serbia dello status ufficiale di Paese candidato all´adesione all´Ue. Circostanza felice per mettere nero su bianco l´impegno italiano ad assistere attivamente Belgrado nel corso dei negoziati di adesione con Bruxelles, che Roma auspica vedere aperti quanto prima. L´Italia si propone come partner chiave per accompagnare Belgrado nell´implementazione delle ampie riforme necessarie in chiave europea, attraverso gli strumenti di assistenza comunitaria previsti. Ambiente, energia, trasporti, agricoltura, gli altri temi toccati dagli accordi sul tavolo del vertice, presenziato dal presidente della Repubblica serbo, Boris Tadic.
 
A differenza di numerosi altri Paesi, battuti in avanscoperta dalle Pmi italiane in ordine sparso, in Serbia sono arrivati prima i grandi gruppi finanziari (Intesa Sanpaolo, Unicredit e Generali) insieme a nomi forti dell´industria (Fiat e Benetton tra gli ultimi) a favorire una costruzione ´piramidale´ della presenza economica italiana nel Paese, pressoché unica rispetto alle altre esperienze di internazionalizzazione tricolore.
 
C´è dunque in Serbia una base forte per una piattaforma produttiva italiana, sostenuta da un approccio sistemico, che spazia dalla partecipazone a gare nazionali e comunitarie, alla chiusura di joint venture, alla cooperazione con le autorità delle municipalità locali. In buona salute, poi, le relazioni commerciali che, nel 2011, hanno visto l´Italia secondo Paese acquirente della Serbia (+11% su base annua) e terzo fornitore (+19,9%).
 
Da qui, l´ampiezza dei portafogli oggetto del secondo vertice intergovernativo italo-serbo, dopo quello di Roma, nel 2009, quando i Paesi strinsero una Partnership strategica, primo accordo di questo tipo tipo chiuso da Belgrado con uno Stato membro Ue. Un´intesa dovrebbe essere siglata in materia di coperazione e protezione ambientale, settore innovativo con importanti ricadute scientifiche ed industriali – come gestione di acque e discariche – nel quale la cooperazione italo-serba ha deciso di scommettere.
 
L´energia è l´altro grande tema delle relazioni economiche tra Roma e Belgrado, con particolare attenzione al segmento delle rinnovabili, entro cui gli interventi italiani in Serbia operano in pieno coordinamento alla direttiva Ue 28/2009, che regola l´accesso dei Paesi terzi al mercato Ue di energia pulita.
 
Un forte interesse ad una partecipazione italiana, viene poi confermato riguardo al complesso progetto per la nuova metropolitana di Belgrado. Così, si punta a rafforzare la cooperazione nei rapporti ferroviari, con un ruolo solido di Ferrovie dello stato, con Italfer. Alto potenziale di sviluppo viene individuato nel settore agricolo della Serbia, dall´agroalimentare alle biomasse, passando per lo stoccaggio. Un accordo è atteso in materia di sviluppo rurale.
 
A trainare il potenziale di crescita delle relazioni economiche italo-serbe, vi sono, infine, settori tradizionali come l´automobile, che vola sulla scia dello sbarco di Fiat, ed il tessile calzaturiero.
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