Il governo siriano ha accettato la proposta di un piano riassunto in sei punti presentato dall´inviato dell´Onu e della Lega Araba, Kofi Annan, secondo quanto ha informato il portavoce dell´ex Segretario generale, Ahmed Fawzi.
Annan è in Cina per cercare appoggi alla sua missione di mediazione. La proposta è stata presentata dall’inviato dell’Onu nella visita del 9 e 10 marzo a Damasco, in un incontro con Asad.
Il piano cerca di mettere fine alla violenza scatenata un anno fa, con la supervisione delle Nazioni Unite, che ha accesso senza restrizioni per dare assistenza umanitaria alle vittime.
L’Onu calcola che il conflitto ha lasciato al momento più di 8mila morti, mentre Human Rights Watch sostiene che in realtà sono circa 10 mila.
Opposizione siriana manifesta a Istanbul
Diverse centinaia di oppositori siriani si sono riuniti a Istanbul, nel tentativo di trovare una posizione comune sul futuro del paese mediorientale, prima della conferenza “Amici della Siria” in programma domenica nella metropoli sul Bosforo.
La riunione, che si tiene a porte chiuse, è stata preceduta domenica e lunedì da incontri informali a Istanbul tra fazioni dell´opposizione, tra cui il Consiglio nazionale siriano (Cns). I partecipanti dovranno prendere “un impegno solenne” sul futuro della Siria, che sarà “democratico, multipartitico, rispettoso di tutte le minoranze” e “civile”, cioè laico, ha dichiarato ieri a France Presse Ahmad Kamel, dell´ufficio stampa del Cns.
Il Qatar, Paese che detiene attualmente la presidenza della Lega Araba, e la Turchia, paese ospitante, sono rappresentati da diplomatici di alto livello al forum, al quale partecipano circa 400 attivisti, secondo gli organizzatori.
Assenti dall´incontro, il Coordinamento nazionale siriano per il cambiamento nazionale e democratico (Ccncd), che raggruppa partiti nazionalisti arabi, curdi e socialisti, e un piccolo gruppo nato attorno all´intellettuale siriano Michel Kilo.
Al primo incontro degli Amici della Siria, che si è svolto a fine febbraio a Tunisi, hanno partecipato i rappresentanti di una sessantina di Stati arabi e occidentali, escluse la Russia e la Cina, principali sostenitori di Damasco.
r.m.
