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Tecnica vs. Etica? “Rimettere al centro la soggettività”

La tecnica e l´etica sono in antitesi, come le ha delineate Monsignor Giancarlo Bregantini nell´intervista a Famiglia Cristiana? Lo abbiamo chiesto a Benedetto Ippolito, professore di Storia della Filosofia medievale all’Università degli Studi Roma Tre: “Questo esecutivo, definito dai più dei tecnici, sta governando con estrema efficacia da alcuni mesi. La sua capacità di risolvere i problemi non può far perdere di vista però un altro aspetto e cioè il tradurre in pratica i principi della buona politica come l´etica”.
 
Che cosa dà il valore etico a una scelta politica? Si domanda Ippolito. “Il fatto che le parti sociali che rappresentano le categorie in causa la accolgano positivamente. Se ciò non avviene, come sta accadendo con l´attuale riforma del lavoro e l´esclusione della Cgil dall´accordo, fa percepire il provvedimento come anti-sociale. Occorre il consenso delle parti in causa per bilanciare la doppia prospettiva di cui l´Italia ha bisogno: da un lato l´esigenza di riformare il settore rendendolo più efficiente, dall´altro il rispetto di chi lavora”.
 
In questo senso, l´accademico fa riferimento all´enciclica di Giovanni Paolo II “Laborem Exercens” del 1981: “E´ una sorta di Magna Charta sul lavoro dove si pone in risalto la soggettività, la dimensione personale che dovrebbe essere messa in centro di qualsiasi riforma in materia. E´ questo il vero criterio etico che è auspicabile il governo dei tecnici non dimentichi”.
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