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Russia, Medvedev lascia il Cremlino

Il presidente russo uscente, considerato dai suoi detrattori “un´anatra zoppa”, in un´intervista con i principali canali tv,  si è congedato dalla presidenza. Cremlino addio quindi. O arrivederci, se – come ha detto oggi Dmitri Medvedev – il tandem con Vladimir Putin funzionerà “ancora a lungo”.
Medvedev ha confermato che farà il capo del partito-fardello Russia Unita, fiaccato dagli scandali, da cui è appena uscito Putin e che è destinato a diventare un movimento “conservatore di centro”. Ha promesso “facce nuove” nel nuovo governo, che andrà a guidare dall´8 maggio. E soprattutto è apparso molto allineato con Putin.
 
Per Medvedev il ministro degli Interni Rashid Nurgaliev sembra intoccabile, difeso a spada tratta a fronte degli imbarazzanti scandali che hanno interessato la polizia, soprattutto di recente. Tra violenze, torture e morti. Se per ogni scandalo si dovesse giungere alle dimissioni di un ministro “arriveremmo al collasso”, ha detto il leader del Cremlino, già evidentemente calato nei panni di primo ministro, che vestirà dal prossimo 8 maggio. “Il 7 maggio tutti i ministri (dell´esecutivo Putin) dovranno dimettersi”, ha aggiunto. In realtà non è noto se Nurgaliev davvero non sarà confermato.
 
Avversario politico riconosciuto da Medvedev è il blogger Aleksey Navalny, il leader carismatico delle proteste dei mesi scorsi. Non bisogna farne un´icona, ha detto. Nè Navalny nè “nessun altro ha la patente per la lotta alla corruzione”. Il capo di stato rispondeva a una domanda del canale di opposizione Dozhd che gli ha portato ad esempio il blogger e il suo sito di denuncia dei casi di corruzione, RosPil. Medvedev ha poi lasciato intendere che la lotta di Navalny, più che lotta alla corruzione, è lotta politica. Alla quale lui non è contrario, ma va chiamata con il suo nome.
 
Ma la risposta di Navalny non si è fatta attendere ed ha così commentato su twitter, ironizzando: “Io non ho la patente: E dove la danno??” Un altro esponente dell´opposizione ha replicato: “E cosa ci vuole? Compratela, no??”. Una evidente allusione al mercato nero dei permessi di guida che permette di evitare corsi ed esami ufficiali. E una indiretta conferma a quello che ha detto lo stesso Medvedev in studio: la guerra alla corruzione per ora non è stata vinta.
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