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La Finlandia minaccia il veto sullo scudo anti-spread

La Finlandia minaccia di imporre il veto sull’eventuale utilizzo dello scudo anti spread europeo, perorato dall’Italia al recente vertice dell’Unione europea, se questo dovesse servire ad effettuare acquisti di titoli di Stato già in circolazione, ossia sul “mercato secondario”. Effettuare operazioni di questo tipo “non avrebbe alcun senso”, secondo il premier finlandese Jyrki Katainen, ha riferito il suo portavoce Pasi Rajala.
 
In base a quanto riconvenuto al Consiglio europeo di giovedì e venerdì scorsi, i fondi salva Stati – il temporaneo Efsf e il futuro e permanente Esm – potranno effettuare interventi calmieranti sui titoli di Stato di paesi richiedenti in caso di eccessivi rialzi dei loro rendimenti, e conseguenti ampliamenti dei differenziali o spread rispetto ai Bund tedeschi.
 
Questi acquisti potranno riguardare sia le aste di emissioni, in quello che viene comunemente chiamato “mercato primario”, e che influiscono direttamente sui costi a carico dei bilanci pubblici, sia i bond già in circolazione sul “mercato secondario”. Dopo gli accordi presi a Bruxelles sono circolare indiscrezioni di stampa secondo cui anche l´Olanda potrebbe minacciare un suo veto a questi interventi.
 
“In futuro – a detta di Katainen – per decidere questo tipo di acquisti servirà l´unanimità e sembra proprio che questa non sarà possibile a causa dell´opposizione finlandese”. Ad ogni modo Helsinki “valuterà ovviamente caso per caso i futuri acquisti di titoli di Stato, ma verosimilmente – ha poi spiegato il suo portavoce Rajala – ci opporremo al futuri progetti di acquisti sul mercato secondario”.
 
La Finlandia è uno dei paesi più intransigenti sugli aiuti ai partner dell´area euro in difficoltà. Lo scorso anno ha preteso e ottenuto dalla Grecia garanzie bilaterali specifiche, basate di beni immobiliari, per coprire la parte di aiuti di sua competenza. E giungendo al vertice europeo appena chiuso Katainen si era presentato con una posizione apparentemente ostile ai provvedimenti calmieranti a favore dei titoli di Stato di Italia e Spagna, mentre aveva nuovamente stroncato le ipotesi di creare eurobond. 
 
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