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Spending review, sindacati sul piede di guerra

Sindacati pronti allo sciopero generale contro il piano del governo sulla Spending review. “Vedremo quale sarà il decreto che il governo approverà. Ma se saranno confermate le cose che ci hanno detto a Palazzo Chigi sarà inevitabile che si passi dalla mobilitazione allo sciopero”. Lo ha ribadito in un´intervista a Repubblica il leader della Cgil, Susanna Camusso, che dopo l´incontro di ieri con il governo si è detta “delusa e arrabbiata”, sia per il fatto che da parte del governo ci sia stata “un´informativa reticente e criptica” e “senza alcun confronto”, sia perché “c´è una progressiva riduzione del ruolo delle parti sociali”.
 
“Da mesi – ha spiegato Camusso – inseguiamo i problemi che via via vengono creati dal governo.
Alla prova dei fatti questo metodo è fallimentare”. Quanto alla ridefinizione delle cosiddette piante organiche degli uffici pubblici, Camusso ha commentato: “Questi non sono altro che tagli lineari, non hanno niente a che vedere con una spesa pubblica più efficiente e di maggiore qualità. Ma si può tagliare allo stesso modo di dipendenti del ministero dell´Economia, i vigili del fuoco, gli infermieri di un ospedale o i poliziotti?”, si è domandata.
 
Camusso, che contesta al premier Mario Monti la sola logica del rigore, ha osservato: “Ecco, nelle politiche nazionali non ritrovo la stessa fermezza con cui Monti, grazie soprattutto all´arrivo di Hollande in Francia, ha contrastato le misure di austerity senza crescita. Questa, piuttosto, mi pare una contraddizione”.
Il leader della Cgil condivide comunque la necessità di ridurre i costi della pubblica amministrazione e suggerisce di tagliare “tutte le consulenze, per esempio. Valgono 1,5 miliardi. Si possono dichiarare esuberi e poi rivolgersi ai consulenti?”. E ancora: “Abolire le società controllate al 100% dagli enti locali e che non forniscono servizi ai cittadini. Sono solo poltrone in meno per la politica”.
 
La stessa delusione manifestata oggi a Tgcom24 anche da Luigi Angeletti della Uil: “Ci preoccupa l`indeterminatezza che può nascondere la volontà di fare un`operazione di tagli lineari, che dimostrano la mancanza di forza nel compiere delle scelte.
Malgrado il nostro tentativo di poter discutere su quali settori intervenire e con quali modalità il governo ha rifiutato qualsiasi tipo di discussione specifica, facendo solo affermazioni generiche”.
“Quando si toccano certi argomenti scottanti si cerca di risolvere il problema prendendosela con gli impiegati pubblici, magari con il plauso da parte di tanti cittadini italiani – spiega Angeletti -. C´è molta incertezza perché non sappiamo cosa potranno fare. Penso che sarà inevitabile lo sciopero generale anche perché l`economia reale va sempre peggio e il numero di disoccupati aumenta. Questa politica di soli tagli non aiuta. I tagli avrebbero un senso se le risorse servi serro a far ripartire il mercato del lavoro e a dare una spinta all`economia”.
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