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Le ricette Bersani e Camusso sul lavoro

Se il Partito Democratico vincerà le prossime elezioni, intende varare una “Nuova politica industriale” e mettere “al centro delle nostre preoccupazioni l´economia reale”: lo dice Pier Luigi Bersani in una lunga intervista al Sole24ore.”Dobbiamo fare ogni sforzo per la crescita”, assicura il segretario del Partito Democratico, “o almeno per contrastare la recessione. Magari sui conti pubblici teniamo, ma qui rischiamo di arretrare decisamente nelle quote mondiali di produzione e lavoro”. Dal governo Monti c´è “attenzione non sufficiente” dice Bersani, anche se “il problema viene da lontano. Per troppo tempo abbiamo assistito inerti allo spostamento di investimenti dall´economia reale alla finanza. Dobbiamo invertire la rotta”.
 
La ricetta Bersani
La ricetta Bersani prevede il ripristino del credito di imposta per la ricerca, “quando io ci lavorai immaginavo uno strumento che doveva insediarsi come strutturale”; un´Italia che punta “a fare l´Italia deve puntare sulle sue tradizioni, tipicità, sul patrimonio del made in Italy”, e sulle “frontiere tecnologiche nuove”; sul “riuso delle aree industriali, una grande opportunità; oggi abbiamo enormi aree dismesse, bloccate dai costi di bonifica e dalle pastoie burocratico-amministrative”; e poi a proposito di nuova politica industriale, “ci sono tanti strumenti da rivedere: siamo a posto con le procedure straordinarie, leggi Prodi 1 e 2, la legge Marzano? Secondo me no”.
 
La ricetta Camusso
“Un patto per il lavoro finanziato da una patrimoniale e l´utilizzo dei fondi della Cassa Depositi e Prestiti non solo per comperare quote necessarie a ridurre il debito, ma anche per spingere gli investimenti industriali”. E´ questa la proposta lanciata dal leader della Cgil Susanna Camusso in un´intervista a Repubblica. Camusso, che esorta il governo ad “agire”, concorda con il ministro Fornero che “la mancanza di credito e di investimenti” da parte di banche e imprese “ha avuto un peso importante”. Ma, rileva, “conta anche il fatto che fino ad ora questo esecutivo ha proposto solo rigore, ha percepito la crisi esclusivamente in termini di bilanci e di finanza. Non si è accorto che la prima emergenza era il lavoro”.
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