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Alcoa, Passera e i presunti acquirenti latitanti

La battaglia sul campo per Alcoa non sembra avere momenti di tregua. La giornata di trattativa infuocata di ieri al ministero dello Sviluppo economico tra il ministro Corrado Passera e una delegazione del management del sito chimico-minerario di Portovesme, non ha dato risposte certe. E gli operai in arrivo a Olbia da Roma stanno continuando le proteste anche oggi, occupando il traghetto sul quale hanno viaggiato per tornare in Sardegna.
 
Al termine dell’incontro di ieri l’azienda ha comunicato in una nota che l´impianto sarà “definitivamente chiuso entro il 30 novembre”. Nel comunicato Alcoa afferma che la fabbrica sarda sarà comunque mantenuta in”condizioni tali da poter essere riavviata da un altro operatore per un anno”. Inoltre, conferma che “continuerà a essere disponibile a discutere la vendita della fabbrica” ma aggiunge che “finora non ha ricevuto alcuna manifestazione di interesse percorribile o differente rispetto a quelle considerate durante l´intero processo di vendita”.
 
Passera ha rivelato ieri di “non aver mai pensato che Alcoa fosse un caso impossibile. Faremo molta pressione sui due gruppi che hanno manifestato interesse ma lavoriamo in parallelo su tutto quello che può dare sviluppo al Sulcis”, ha spiegato.
 
Mai dubbi non si dissolvono con le dichiarazioni. La multinazionale Glencore, interessata all’acquisizione dello stabilimento del Sulcis, sembra infatti guardare con preoccupazione più alla Svizzera, domicilio della società, che alla Sardegna.
 
La trattativa con Xstrata, il gigante del carbone, vanadio e altre preziose materie prime, per una fusione che darebbe vita al quarto gruppo nel mondo di tutte le materie prime non sembra essere partita facile. C’è in ballo un’operazione da 90 miliardi di dollari, in un momento in cui il trading di materie prime soffre, al punto che i profitti di Glencore nel primo semestre sono calati del 44 per cento pur toccando la cifra di 1,8 miliardi di dollari, cosa che aveva fatto dire a Ivan Glasenberg, numero uno di Glencore, che “la fusione per noi non è una necessità”.
 
Le pressioni che intende fare Passera sui gruppi interessati all’Alcoa riusciranno davvero a farsi spazio nel mondo della finanza dalle cifre astronomiche? In ambienti finanziari prevale lo scetticismo.
 
e.m.
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